Israele ha aperto un nuovo capitolo nel confitto mediorientale quando nella notte di venerdì oltre 100 aerei da caccia, aerei di rifornimento ed aerei da guerra elettronica si sono aperti una via di attacco verso l’Iran, distante 1.500 chilometri, ‘acciecando’ sistemi radar in Siria ed in Iraq e sorvolando poi impunemente il loro spazio aereo. L’attacco israeliano – anticipato tre settimane fa in reazione al lancio da Teheran di 200 missili balistici – si è sviluppato in tre ondate successive. Per tre ore i caccia israeliani (fra cui F15, f16 e F35) sono stati padroni assoluti dei cieli della zona e hanno colpito una ventina di obiettivi militari in Iran.
A quanto pare hanno fatto ricorso a missili balistici che possono essere lanciati da aerei da combattimento: dunque anche fuori dallo spazio aereo iraniano. Alle sei di mattina, tutti gli aerei israeliani hanno fatto ritorno indenni alle loro basi. Si è così appreso che alla operazione ‘Giornate di pentimento’ (un riferimento alle solennità ebraiche celebrate questo mese) avevano partecipato anche quattro donne navigatrici. Il premier Benyamin Netanyahu ed il ministro della difesa Yoav Gallant, che avevano trascorso la nottata nella sala sotterranea di comando dello Stato maggiore a Tel Aviv, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Ma è stato di breve durata.
In 48 ore Israele ha infatti perso 13 militari a Gaza ed in Libano, da dove gli Hezbollah continuano a sparare oltre 200 razzi al giorno. Ed il presidente Usa, Joe Biden, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken hanno già fatto sapere ad Israele che, una volta risolto il saldamento di conti con l’Iran (che è stato gestito assieme dallo stato maggiore israeliano e dal comando delle forze Usa nella regione), occorre ora concludere le guerre a Gaza e in Libano. Oggi stesso il capo della Cia William Burns ed il capo del Mossad David Barnea saranno nel Qatar per riprendere le trattative indirette con Hamas sulla tregua a Gaza e sulla liberazione di 101 ostaggi israeliani. In ossequio alle perentorie richieste del presidente Biden Israele si è comunque astenuto dal danneggiare le risorse energetiche dell’Iran ed il suo progetto nucleare. "Abbiamo colpito obiettivi militari", ha precisato il portavoce dell’Idf Daniel Hagari. Oltre alle batterie russe di difesa aerea S300 e S400 (fra cui quelle dell’aeroporto di Teheran) Israele ha centrato stabilimenti per la produzione di missili balistici ed i loro depositi. Ha anche colpito la base militare dei Pasdaran a Parchin e stabilimenti per la produzione di droni. Durante queste operazioni la vita nelle zone residenziali vicine non ne ha risentito.
L’esito esatto di questi attacchi, è stato spiegato, potrà comunque essere stabilito solo quando arriveranno le foto satellitari delle aree colpite. Già in questa fase, secondo la radio militare, è chiaro che le difese aeree dell’Iran sono state seriamente danneggiate. Inoltre, affermano alcuni analisti, con le sue ultime attività militari Israele sta di fatto smantellando il progetto ambizioso del generale Qassem Soleimani (ucciso degli Usa nel 2020) di stringere attorno allo Stato ebraico un ’cappio offensivo’ di forze filo-iraniane. Dopo i severi colpi assestati a Hamas a Gaza e agli Hezbollah in Libano, ieri Israele ha inflitto altre umiliazioni militari alla Siria, all’Iraq e allo stesso Iran.
"Per anni Israele aveva esitato a lanciare un attacco in grande stile contro l’Iran – ha ricordato l’analista Yossi Melman –. Ieri ha infranto la barriera della paura. Ha conseguito un successo molto significativo". Ma questo non significa affatto, ha aggiunto, che Israele possa riposare sugli allori. "L’Iran prevedibilmente risponderà. Se non ora, dopo le elezioni in Usa. Potrebbe ricorrere ad una guerra di logoramento". Esattamente come cerca di fare Hamas a Gaza e come peraltro fanno gli Hezbollah dal Libano. Tuttavia, fonti arabe parlano di un Iran diviso al suo interno e negano che ci possa essere una risposta all’attacco. Anche ieri, però, una pioggia di razzi si è abbattuta sulla Galilea.