Sabato 15 Febbraio 2025
BEPPE BONI
Esteri

Ucraina, l’appeasement e il fantasma del ’38: “Fermare lo zar con trattative serie”

Il piano di pace Usa e la sede del summit evocano scenari da Seconda guerra mondiale. Zafesova: legittimare l’invasione dell’Ucraina può aprire la strada per avventure analoghe

Roma, 15 febbraio 2025 – Nel 1.087 esimo giorno di guerra alle porte dell’Europa si discute dell’ ipotesi di pace lanciata da Donald Trump per l’Ucraina ancora senza un piano concreto mentre affiorano fantasmi del passato tra corsi e ricorsi della storia. La sassata americana ha mosso le acque anche se non si capisce che direzione prenda la marea. Nei discorsi degli analisti e nelle preoccupazioni dei capi di Stato affiorano intanto paragoni che riportano allo storico incontro di Monaco del 1938 tra i leader del Regno Unito, Francia, Italia e la Germania nazista. Tempi cupi in cui soprattutto il primo ministro inglese Neville Chamberlain si fece sedurre dalle pretese di Adolf Hitler, su pressioni anche di Benito Mussolini, pensando che concedere frettolosamente i Sudeti al Furher avrebbe consentito di evitare la guerra. Abbiamo visto come è finita.

Il presidente della Federazione russa, il 72enne Vladimir Putin
Il presidente della Federazione russa, il 72enne Vladimir Putin

Proprio nella città della Baviera, in questi giorni si svolge l’annuale conferenza sulla sicurezza internazionale, ed è comprensibile che le citazioni, vista la posizione Usa che preme per le concessioni territoriali a Mosca, riavvolgano il nastro della memoria verso il 1938. Certo, il mondo è cambiato e non sono possibili i copia e incolla della storia, eppure nell’immaginario collettivo della politica Monaco rappresenta l’esempio del cedimento alle pretese di una potenza aggressiva. La Germania nazista ieri, la Russia oggi. E mentre Il mondo trema il presidente degli States parla con lo zar Putin e tiene, per ora, in seconda fila il diretto interessato Volodymyr Zelensky con cui spende spiccioli di dialogo (anche se gli ha detto chiamami quando vuoi) e il vicino di casa, l’Unione europea che ieri nella conferenza sulla sicurezza almeno ha alzato la voce. La partita è ancora molto aperta.

Anna Zafesova, giornalista, scrittrice e traduttrice russa con cittadinanza italiana, una che conosce le sfumature della società moscovita, ragiona con prudenza. "Le trattative sono importanti e se Trump riuscirà a portarle avanti è un’ottima cosa. Non dimentichiamo però che se una potenza annette un territorio con la forza vìola il diritto internazionale. Concederlo sarebbe una svolta pericolosa e potrebbe aprire la strada ad altri conflitti. Come se la Cina si impadronisse con la forza di Taiwan. Il paragone con le concessioni a Hitler ci può stare anche se oggi lo scenario internazionale è diverso. Dopo il 1945 sono state fissate regole per evitare pericolosi replay e l’Europa allora non esisteva. La storia non si fa con gli automatismi. Però nel gioco pericoloso di Donald Trump la Ue deve svegliarsi e l’Ucraina va coinvolta subito. Il territorio di uno Stato secondo le norme internazionali non può essere preso con la forza, ma in casi specifici si può riconoscere una parziale situazione di fatto su territori occupati. Serve una trattativa seria, l’appeasement di Monaco 1938 sia un monito".

Ben Wallace ex ministro della difesa Tory del Regno Unito su The Telegraph è più duro: "Il motto di Monaco è ’pace attraverso il dialogo’, è stato un baluardo della resistenza europea contro l’invasione dell’Ucraina. Che peccato, quindi, che l’incontro di quest’anno sembri destinato a rispecchiare la disastrosa conferenza del 1938, in cui il continente rimase cieco di fronte alla doppiezza di Hitler". Volodimyr Zelensky, che pure ha incontrato il vice presidente Usa J.D. Vance, appare sempre più un vaso di coccio tra vasi di ferro in una guerra dove l’Ucraina, stremata, si difende quasi all’arma bianca. L’Europa ora deve giocare d’anticipo e sedersi al tavolo con gli States già con una proposta su territori, forza di peacekeeping, possibile neutralità di Kiev blindata da un cordone di sicurezza. L’ingresso nella Nato è una missione impossibile, ma la pace in Ucraina non va svenduta come un prodotto in saldo a fine stagione.