Martedì 12 Novembre 2024
Marta Ottaviani
Esteri

L’apertura sulla Crimea. "Una mossa di Zelensky per smascherare i russi. Putin vuole la guerra"

Kiev si mostra disponibile a una via politica per la penisola occupata. L’analista Parsi: un bluff per mettere all’angolo Mosca davanti al mondo. "L’ostacolo principale a una soluzione negoziale è il Cremlino"

Roma, 30 agosto 2023 – "Zelensky disponibile a una soluzione politica per la smilitarizzazione della Crimea? Potrebbe essere un bluff per smascherare una volta per tutte le intenzioni dei russi, che rifiutano ogni tipo di trattativa e intendono andare avanti con una guerra a oltranza". La pensa così Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali e direttore dell’Aseri, l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano. "Una certa vulgata ha cercato di farlo passare per bellicista – prosegue –, ma in realtà il leader ucraino ha sempre pensato per la Crimea a una soluzione separata e diplomatica".

Approfondisci:

Ucraina, svolta sulla Crimea. Ora Zelensky apre: "Voglio negoziare". Ecco perché

Ucraina, svolta sulla Crimea. Ora Zelensky apre: "Voglio negoziare". Ecco perché
Approfondisci:

Ucraina, gli Usa: “Putin e Kim, accordo sulle armi”. La Wagner ai miliziani: “Trovatevi un altro lavoro”

Ucraina, gli Usa: “Putin e Kim, accordo sulle armi”. La Wagner ai miliziani: “Trovatevi un altro lavoro”

Professor Parsi, con le sue ultime dichiarazioni Zelensky si mostra più disponibile a trattare rispetto al passato.

"In realtà all’inizio della guerra proprio Zelensky di era detto disponibile a recuperare città dopo città tutta l’Ucraina tranne la Crimea e a posticipare questa questione in un secondo momento. Non significa rinunciare alla nazionalità della Crimea, ma gestirla separatamente in un tempo più lungo".

Perché avrebbe optato per tornare a questa posizione iniziale?

"Credo voglia togliere la Crimea dal piatto per mettere i russi all’angolo: devono dire al mondo se sono davvero disponibili a negoziare oppure no. Non ci dimentichiamo mai che non solo la Russia ha avviato un’invasione militare e di occupazione, ma ha anche annesso formalmente quattro regioni ucraine, anche se non le controlla militarmente nella loro interezza. Quindi adesso la palla passa ai russi e se la mediazione non va in porto sarà colpa loro. Tutti quelli che stanno seguendo questa tremenda guerra dall’inizio sanno benissimo che l’ostacolo principale a qualsiasi trattativa non è Zelensky, ma Putin".

In quale condizione si trova l’esercito russo in questo momento?

"I russi come sempre hanno poche truppe addestrate, anche perché le perdite che hanno subito sono state devastanti e non mi pare che siano riusciti a porre rimedio alla situazione".

La controffensiva ucraina sta dando risultati?

"Per prima cosa, dall’inizio della guerra, gli ucraini hanno riconquistato metà del territorio occupato e non credo che questo vada dimenticato. Mi pare che l’intenzione sia quella di andare verso Mariupol e di rompere il corridoio di terra che collega la Russia continentale alla Crimea e riconquistare il più possibile le coste stesse del Mar Nero. I russi sono stati ricacciati indietro, ma gli ucraini devono anche fare i conti con campi minati di grande estensione e il martellamento militare dall’aria rimane costante. Penso che fosse impossibile aspettarsi la replica dei successi della primissima fase nel nord del Paese".

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sarà a Sochi il prossimo 4 settembre. Possiamo aspettarci qualcosa, almeno per una possibile ripresa dell’accordo sul grano?

"Mi pare si tratti di una visita per capire quanto la Turchia possa tenere aperta quella grande porta per l’approvvigionamento clandestino di merci e movimenti finanziari. Faccio fatica a pensare che si possa sbloccare qualcosa".