Venerdì 8 Novembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

L’analista militare: "A Beirut non c’è Stato, comandano i miliziani. Ma la regia è di Teheran"

Khoury e la risposta d’Israele: la tensione è alta, i giovani fuggono all’estero. "Il missile contro i drusi può essere stato un errore. Resta l’ombra di Hamas"

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foto dei bambini drusi uccisi dal razzo

Roma, 29 luglio 2024 - Il cielo sopra il Libano è cupo di nubi che possono portare ancora bombe e sangue dopo la strage del campetto di calcio israeliano. Bernard Selwan Khoury, analista e direttore presso il Center for Oriental Strategic Monitoring con sedi a Roma e Beirut, è appena tornato dalla capitale libanese.

Che aria tira laggiù?

"Aerei e droni israeliani hanno sorvolato tutta la notte anche Beirut, come segnale di deterrenza, ma i bombardamenti dopo la strage non hanno toccato la capitale. La tensione è alta".

Tutti chiusi in casa?

"Questo no, i locali sono pieni. I cittadini escono, ma sono stanchi anche se abituati a convivere con la paura. Molti giovani però fuggono all’estero".

Hezbollah è l’autore della strage dei ragazzini sul Golan?

"Lo affermano gli Usa e Israele, molti indizi lo fanno pensare. Comunque una responsabilità di Hezbollah c’è. Se avessero agito altri gruppi armati palestinesi non potrebbero averlo fatto senza l’ok del leader Hassan Nashrallah. Qui comanda lui".

Perché attaccare un obiettivo civile?

"Hezbollah di solito colpisce target militari. Il missile sul campo di calcio potrebbe anche essere stato un errore. I drusi, tra l’altro, non sono ebrei ma arabi di derivazione siriana".

La strage cambia lo scenario?

"Se sono stati i miliziani di Hamas siamo a un punto di non ritorno. Potrebbe arrivare un’escalation imprevedibile".

La risposta di Israele?

"È gia cominciata con le prime incursioni aeree e sarà ancora più dura. Ma non credo che ci sarà un’invasione di terra con la guerra di Gaza in corso".

Troppo rischioso?

"Israele dovrebbe puntare alla zona sud di Beirut dove Hezbollah ha i propri centri strategici. Ma qui c’è l’area dell’aeroporto dove circolano militari di altri Paesi, diplomatici, stranieri, migliaia di libanesi con passaporto estero. Non è possibile".

Eppure la comunità internazionale teme il rogo Libano.

"Per evitarlo sono al lavoro diverse diplomazie, compreso il Vaticano in accordo con alcuni Stati arabi di area sunnita".

Hezbollah è guidata dall’Iran?

"Più che altro con Teheran c’è un coordinamento molto forte. L’Iran ha interesse a tenere sotto pressione Israele con le incursioni dal sud del Libano. Hezbollah non fa un passo senza il semaforo verde di Teheran".

L’assistenza arriva dell’Iran?

"Manda armi, sostegno economico e milioni di dollari".

Ci sono contatti tra Hezbollah e Hamas che agisce a Gaza?

"Sia sul piano politico che strategico. Si tengono riunioni di coordinamento in Libano con la presenza degli iraniani. Dopo il 7 ottobre è più complicato".

Perché il Partito di Dio continua a colpire sapendo di scatenare la vendetta di Tel Aviv?

"Per tre ragioni. Uno per seguire l’agenda iraniana che fornisce armi e dollari; due, per ribadire il concetto politico di negazione dello Stato di Israele; tre, per esibire muscoli e determinazione al proprio popolo".

Come mai lo Stato libanese non controlla Hezbollah?

"Lo Stato libanese praticamente non esiste. Le istituzioni che funzionano sono le Laf, forze armate guidate dal generale Joseph Aoun e l’apparato di sicurezza interna del generale Elias al-Baysari. Le redini sono in mano alle milizie di Hassan Nasrallah che controllano, banche, aziende , strutture sanitarie. E hanno i dollari iraniani".

È possibile per Israele e Palestina arrivare a due Stati?

"No, i tempi non sono maturi. Il Parlamento israeliano si è già espresso su questo concetto e l’opinione pubblica è allineata. La gente protesta per gli ostaggi, sul resto è compatta. A Gaza, Israele non vuole più fazioni palestinesi con la pistola in pugno. Quindi niente nuovo Stato".