Lunedì 10 Febbraio 2025
LORENZO BIANCHI
Esteri

Gaza, l’analisi dell’ambasciatore: "La tregua è fragile, ma conviene"

Stefano Stefanini: "Finché Hamas ha in mano degli ostaggi, c’è un interesse reciproco"

Roma, 9 febbraio 2025 – Ambasciatore Stefano Stefanini, consigliere scientifico dell’Istituto di studi di Politica Internazionale e già rappresentante dell’Italia presso la Nato, il piano di Donald Trump, ribattezzato Riviera di Gaza può funzionare?

"L’approccio di Trump è cambiare le regole del gioco. Con il presidente americano bisogna sempre da una parte non prenderlo alla lettera, ma dall’altra non sottovalutare le cose che dice. È difficile immaginare la Riviera di Gaza nei termini nei quali l’ha descritta. Poche ore dopo che Trump ne aveva parlato i suoi stessi collaboratori cercavano di ridimensionare…".

L’analisi dell’ambasciatore: "La tregua è fragile, ma conviene"
L’ambasciatore Stefano Stefanini

Primo fra tutti il ministro degli Esteri Marco Rubio.

"Però Trump c’è tornato. Quello che si può immaginare è che dietro quest’idea ci sia uno sviluppo che può effettivamente aver luogo ossia l’evacuazione dei palestinesi da Gaza. Tant’è che è stata data la notizia che l’esercito israeliano ha messo in atto preparativi per un’uscita volontaria dei palestinesi dalla Striscia. Questo pone altri problemi che non sono stati neppure sfiorati, ossia dove vanno, chi li accoglie, anche perché sono contrari i Paesi nei quali potrebbero spostarsi, la Giordania e l’Egitto, soprattutto l’Egitto che è limitrofo. L’Egitto rifiuta questa soluzione da quando fece la pace con Israele dopo la guerra del 1973. Israele restituì al Cairo il Sinai, ma avrebbe aggiunto volentieri anche la Striscia di Gaza. L’Egitto non volle saperne. È difficile che possa acconsentire ora".

Murale di Tvboy su Trump e Gaza vista come riviera
Il murale di Tvboy su Trump e Gaza vista come una Riviera

La tregua è fragile, lo riconosce anche Hamas.

"Da una parte Hamas sta mostrando una facciata di resilienza nonostante un anno e tre mesi di guerra con Israele, dall’altro Israele non può permettersi che dopo tutto quello che ha fatto rimanga fra le macerie di Gaza una minaccia, Hamas. Finché Hamas ha in mano degli ostaggi, pare ventisei, c’è un interesse reciproco di entrambe le parti a continuare la tregua. Hamas vuole rimettersi in sesto e Israele deve recuperare gli ostaggi che mancano all’appello. Il vero problema sarà il terzo stadio, perché è quello che prevede il ritiro di tutte le truppe di Israele dalla Striscia e una forma di autoamministrazione di Gaza che sarebbe in conflitto con il piano di Trump".

In ogni caso il problema con il mondo arabo è grave.

"Trump però potrebbe mettere il chiodo sulla bara dei due Stati. Il segnale che Riad aveva dato nei mesi scorsi, ancora con l’amministrazione di Joe Biden, era che si accontenterebbe della riaffermazione di un impegno, la creazione di uno Stato palestinese un orizzonte non in tempi rapidi".