ISRAELE ha accolto con un misto di collera e di amarezza le intese di Losanna. Prima ancora della conferenza stampa di Federica Mogherini e di Javad Zarif, Benyamin Netanyahu ha dato sfogo alla propria frustrazione su twitter: «Ogni accordo dovrebbe riportare indietro le capacità nucleari dell’Iran in modo significativo e bloccare il suo terrorismo e le sue aggressioni». Il premier sapeva già che erano parole al vento. Poco dopo Obama avrebbe espresso fiducia in «un mondo più sicuro». Visione agli antipodi di quella israeliana, secondo cui l’Iran ha invece ottenuto l’imprimatur delle grandi potenze per la sua politica di egemonia regionale. Che fare, dunque? Nell’establishment militare di Israele vi sono visioni diverse. Alcuni sono disposti a fare buon viso a cattivo gioco. L’accordo sembra comportare comunque un rinvio della realizzazione dei progetti nucleari e potrebbe rivelarsi dunque più efficace di un blitz di Israele. Altri adottano un approccio più vasto. A grandi linee, dicono, l’Iran ha ottenuto dalle potenze mondiali l’autorizzazione di massima ad arricchire uranio, mentre la sua influenza militare è avvertita in maniera crescente in Siria, Iraq, Libano, Yemen. Per bloccare questi sviluppi, il nuovo governo di Netanyahu potrebbe vedersi costretto a passare all’azione, sfidando il volere delle potenze mondiali. Secondo la radio militare, le forze armate hanno avuto ordine di mettere a punto piani per essere in grado in ogni momento di passare alla azione.
UN ATTACCO convenzionale, ammettono gli israeliani, non annienterebbe i progetti atomici iraniani e si rischierebbe una reazione degli Hezbollah libanesi che, secondo le stime, possono bersagliare le retrovie israeliane con 1000-1500 razzi al giorno per un periodo prolungato, causando centinaia di morti. Un’altra strada, meno rischiosa, è quella dei sabotaggi degli stabilimenti atomici in Iran. Ma anche la assenza di reazione da parte di Israele è un pericolo perché l’Iran preme sui suoi confini dal Libano sud, dal Golan siriano e da Gaza. Nell’immediato sarà semmai una guerra di servizi segreti. Il Mossad verrà incaricato di scoprire ogni minima infrazione degli accordi da parte dell’Iran. Il materiale raccolto dovrebbe essere inoltrato a Washington. Se Obama restasse indifferente, verrebbe allora passato ai membri del Congresso, visti in Israele come estremo scudo per bloccare le intese con Teheran.
di Aldo Baquis