Martedì 5 Novembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

L’allarme della Polonia. "Cento soldati della Wagner minacciano i nostri confini. Le loro armi sono i migranti"

I mercenari sarebbero vicini al corridoio tra la Bielorussia e l’exclave russa di Kaliningrad. Il premier Morawiecki: "Probabile attacco ibrido, la situazione è sempre più pericolosa"

L’allarme della Polonia  "Cento soldati della Wagner  minacciano i nostri confini  Le loro armi sono i migranti"

L’allarme della Polonia "Cento soldati della Wagner minacciano i nostri confini Le loro armi sono i migranti"

Fra l’evidente provocazione con l’intento di seminare terrore e il solito grande bluff, il burattinaio Vladimir Putin stavolta ha puntato l’arma della tensione verso la Polonia utilizzando di nuovo la Wagner. Dalla Bielorussia, fedele vassallo e alleato di Mosca, si sono mossi verso il corridoio di Suwalki – una striscia di terreno di 65 chilometri a cavallo del confine fra Lituania e Polonia che collega la Bielorussia all’exclave russa di Kalingrad – un centinaio o forse più di miliziani armati fino ai denti. In Polonia ovviamente i vertici sono saltati sulla sedia e il premier di Varsavia, Mateusz Morawiecki nel diffondere la notizia ha gridato al mondo che la situazione "sta diventando sempre più pericolosa perché potrebbe essere in atto un attacco ibrido in territorio polacco".

Approfondisci:

Guerra in Ucraina, droni su Mosca: colpiti due edifici. “Respinto maxi attacco in Crimea”

Guerra in Ucraina, droni su Mosca: colpiti due edifici. “Respinto maxi attacco in Crimea”

Di sicuro non saranno cento e passa disperati ad attaccare militarmente la frontiera della Nato, evento improbabile, ma intanto la mossa crea pressione e destabilizza, soprattutto adesso che in Polonia si respira clima elettorale. Il premier polacco aggiunge, e forse qualcosa di vero può esserci, che i mercenari della Wagner potrebbero essere utilizzati con un compito più logistico e meno militare: contribuire ad utilizzare i migranti illegali come arma spingendoli verso le frontiere Ue, evento già accaduto negli anni scorsi con la Polonia, appunto, e la Lituania. Eccola qua allora la guerra ibrida che già da tempo, pur a singhiozzo, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, teleguidato da Mosca, conduce contro i vicini di casa.

"Fa parte della strategia del Cremlino, tutto può succedere ma non certo un evento militare – dice il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e della Difesa –, è il solito sistema per creare tensione e diversivi da guerra mediatica. È un utilizzo strumentale delle provocazioni. Putin su questo fronte è un professionista e a seconda delle situazioni usa le milizie di Evgeny Prigozin, capo della Wagner ora in digrazia dopo la fallita rivolta, in modo spregiudicato".

Il premier polacco aggiunge una sua ipotesi, non del tutto campata in aria. "I miliziani di Wagner si travestiranno da guerdie di frontiera e aiuteranno i migranti clandestini ad entrare in Polonia, ma essi stessi potrebbero varcare il confine infiltrandosi tra chi fugge e questo è un altro grosso rischio". Varsavia comunque, a parte quest’ultima sceneggiata wagneriana, è già in allarme da tempo e ha incrementato del 12% le spese militari che coprono il 4% del Pil. Poi ha acquistato un centinaio di micidiali elicotteri d’attacco Apache e spostato nuove truppe al confine soprattutto nella parte orientale verso Podlasie. La soglia di attenzione era già salita quando un migliaio di miliziani wagneriti si era riposizionato in Bielorussia dopo la fallita marcia su Mosca. Ora sono ancora lì e si addestrano minacciosamente con le truppe di Minsk. Il capo del Cremlino con ghigno sarcastico, giusto per far capire il sentimento russo, tempo fa aveva sottolineato che "le terre occidentali della Polonia, precedentemente tedesche, erano state un regalo da parte dell’Unione sovietica". Messaggio chiaro. Vladimir Putin gioca a poker con la paura, spesso bluffa, ma è sempre meglio non fidarsi, dicono da queste parti tenendo bene oliati missili, blindati e sistemi d’arma multipli. Non si sa mai.

Beppe Boni