Caccia all’ebreo dopo Ajax-Maccabi di Europa League, partita giudicata non a rischio vista la forte presenza ebraica tra i tifosi dei lancieri. Errore. Il calcio fa da sfondo a un copione osceno. Amsterdam, la patria di Anna Frank, si sveglia con un pogrom sulla coscienza. Nella notte tra giovedì e venerdì gruppi di giovani musulmani in versione pro Pal – da 15 a 30 a seconda dei casi, a quanto pare mobilitatisi via Telegram – assaltano i fan ospiti. Li accerchiano non in quanto supporter del Maccabi, ma in quanto ebrei. Antisemitismo in purezza. "Un’imboscata fuori dalla metro con mazze e coltelli", denunciano le vittime dopo colpi, insulti e persino tuffi nei canali per evitare il peggio. Le ronde anti-ebraiche, movimentate velocemente da gruppi di taxisti conniventi, colpiscono, umiliano, si dividono e si riformano. All’inseguimento di altri bersagli. Chi finisce nel mirino degli aguzzini (secondo le indiscrezioni, di origine maghrebina) viene preso a calci. Oppure deve negare di essere ebreo. In un video i pro Pal urlano a un pestato: "Tutto questo è per i bambini di Gaza, devi dire Palestina libera..." (e il malcapitato deve piegarsi). Bilancio finale: 5 feriti (già dimessi) e 30 contusi. Ma sarebbe potuta finire peggio: "La polizia non ci ha difeso".
Anche stranieri di altra nazionalità vengono fermati e costretti a mostrare i documenti. Per almeno due ore il centro di Amsterdam è in una bolla dove lo stato di diritto è sospeso. La violenza e la protervia che vanno in scena nell’Europa nordica – simbolo di rivendicata civiltà – buttano giù dal letto il premier Benjamin Netanyahu che evoca la Notte dei Cristalli in Germania (9-10 novembre 1938) e convoca d’urgenza il governo. Il leader in guerra a Gaza e in Libano stavolta denuncia le falle della sicurezza olandese. Prenota il volo di rimpatrio per riportare a casa i 250 tifosi partiti da Tel Aviv e spedisce il neo ministro degli Esteri Gideon Saar in trasferta diplomatica.
Lo choc è enorme. "Abbiamo fallito nei confronti della comunità ebraica dei Paesi Bassi durante la Seconda guerra mondiale, e ieri sera abbiamo fallito ancora", si scusa re Guglielmo Alessandro con il presidente israeliano Isaac Herzog esprimendo "profondo orrore". "Un pogrom nelle strade di Amsterdam. Siamo diventati la Gaza d’Europa. Musulmani con bandiere palestinesi che danno la caccia agli ebrei. Mai più", promette il leader della destra islamofoba Geert Wilders, mentre il primo ministro Dirk Schoof lascia in anticipo il summit dei leader Ue a Budapest per andare in visita alla Comunità ebraica. Tempestiva è la reazione delle istituzioni Ue: "Sono indignata per i vili attacchi contro cittadini israeliani. Condanno fermamente", scrive su X la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. "L’antisemitismo dilagante è inaccettabile e spaventoso ed è nostro dovere garantire piena sicurezza ai cittadini di religione ebraica", ribadisce da Budapest la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
"I responsabili saranno identificati e perseguiti", dichiara il premier Schoof che poi invita alle dimissioni la sindaca di Amsterdam, Femke Halsema, già finita un mese fa al centro degli attacchi di Wilders per l’autorizzazione di una manifestazione pro Palestina dell’anniversario del 7 ottobre. Halsema parla di "notte buia" e annuncia una inchiesta indipendente "su quanto accaduto, sui preparativi e sulle azioni delle autorità". Ai sentimenti di "paura, sgomento, rabbia, incredulità", la prima cittadina aggiunge la promessa che sarà fatto "tutto il possibile per la sicurezza dell’Amsterdam ebraica", presenza storica in una piazza finanziaria sede di grandi gruppi multinazionali. A fine serata la polizia comunica 62 arresti ora al vaglio della magistratura.
Le autorità israeliane avvalorano la tesi di attacchi "premeditati e inaccettabili". Ora tutti i fatti andranno sviscerati e analizzati. La stessa sindaca non sembra dare credito all’ipotetica rappresaglia per l’episodio pre partita (finito sui social) in cui gli ultrà del Maccabi (politicamente di estrema destra) strappano bandiere palestinesi da alcuni palazzi del centro. L’anticipo di quanto accadrà allo stadio con i fischi israeliani durante il minuto di raccoglimento per le vittime di Valencia (uno sgarbo alla Spagna che ha riconosciuto la Palestina) e poi i cori anti palestinesi. Ma quello che è successo dopo il 5-0 dell’Ajax sembra appartenere a un altro ordine di pericolo, a un altro livello di orrore. Un’allerta che improvvisamente ritorna. Alle 16.42, quando si accendono le candele di Shabbat, tutte le sinagoghe di Amsterdam sono sotto la protezione dell’antiterrorismo.