Roma, 6 settembre 2024 – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky si prepara a una nuova offensiva diplomatica per ottenere le armi a lungo raggio e il permesso di poterle utilizzare su obiettivi strategici in territorio russo. Il presidente Putin preferisce farci una risata sopra e prendere in giro il capo della Casa Bianca, Joe Biden, e la sua vice, la candidata Kamala Harris. Ha poco da ridere, però, perché la giustizia americana ieri ha inferto un colpo durissimo alla disinformazione russa. Il procuratore generale Merrick Garland, ha annunciato di aver messo sotto accusa due giornalisti russi, per la precisione dell’emittente RT, voce ufficiale della propaganda di Mosca all’estero. I due sono accusati di aver investito 10 milioni di dollari per creare e distribuire contenuti al pubblico statunitense mantenendo nascosto il collegamento con la Russia. I contenuti venivano prodotti nel Tennessee e veicolati da influencer sulle principali piattaforme social. L’obiettivo era dare un’immagine falsa sulla guerra in Ucraina, in modo da influenzare negativamente l’opinione pubblica americana e fare perdere terreno all’amministrazione Biden in vista delle elezioni del prossimo novembre. Solo su YouTube, da novembre sono stati postati 2.000 video che hanno ricevuto oltre 16 milioni di visualizzazioni. Il Dipartimento di Stato ha anche lasciato intendere che l’incriminazione dei due russi è solo la punta dell’iceberg nello scoperchiamento di un sistema su scala globale.
Tutte frecce all’arco del presidente Zelensky, che oggi incontrerà il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Francoforte. Poi il presidente ucraino è atteso al forum economico Ambrosetti che si apre oggi a Cernobbio. Intanto tutti gli occhi sono puntati sul nuovo ministro degli Esteri, che succede a Dmytro Kuleba. Andrii Sybiha nella diplomazia ha letteralmente trascorso la vita. Soprattutto, è un ottimo conoscitore e ha rapporti di alto livello con la Polonia. Varsavia al momento rappresenta il maggiore sponsor dell’Ucraina in Unione Europea, sia per quanto riguarda l’ingresso di Kiev nel club dei 27 e della Nato sia soprattutto per l’invio di nuove e più potenti armi da parte degli alleati.
Proprio ieri da Zelensky è arrivato l’ultimo appello. L’operazione a Kursk è stata determinata dalla mancanza di missili a lungo raggio. "Dalla nostra intelligence – ha spiegato – avevamo appreso che la Federazione Russa stava progettando di creare questa zona cuscinetto. Anche apertamente, Putin e il suo entourage hanno dichiarato di voler costruire una zona cuscinetto lungo il nostro confine, a un certo numero di chilometri di profondità nel nostro Paese. E abbiamo capito che non si sarebbero fermati". Un messaggio, nemmeno tanto velato, agli altri Paesi: l’Ucraina è pronta ad andare nuovamente oltre confine nel caso in cui la situazione lo richiedesse. A meno che gli alleati non si decidano a fornire armi adeguate e soprattutto ad acconsentire al loro utilizzo in territorio russo. Il presidente Putin, dal canto suo, parla invece di difficoltà ucraine: "Nella loro offensiva nella regione russa di Kursk hanno impegnato una gran quantità delle loro forze migliori, e questo potrebbe portare al "collasso" delle loro linee difesa in altre aeree, in particolare nel Donbass ucraino, che vogliamo e dove avanziamo".