Tel Aviv, 1 agosto 2024 - Giornate di ebollizione in tutto il Medio Oriente dopo l’uccisione a Beirut (subito rivendicata da Benjamin Netanyahu) del comandante militare degli Hezbollah Fuad Shukr e dopo la eliminazione a Teheran del leader di Hamas Ismail Haniyeh, che l’Iran attribuisce ad Israele malgrado il riserbo ufficiale dello Stato ebraico. Secondo il New York Times, peraltro, il capo del Politburo del gruppo palestinese è stato ucciso da una bomba nascosta in Iran un paio di mesi fa. Ad alimentare ulteriori tensioni, a Gaza e in Cisgiordania, è giunta la conferma definitiva che tre settimane fa Israele ha effettivamente eliminato il capo militare di Hamas Mohammed Deif, "l’ideatore dell’attacco del 7 ottobre" secondo l’esercito.
Nel bunker della Striscia, dove da dieci mesi lotta strenuamente contro l’esercito israeliano, Yihia Sinwar è ora più solo che mai. Ma se è in grado di seguire immagini televisive, ieri ha visto i funerali oceanici organizzati a Teheran per Haniyeh e la promessa solenne del leader Ali Khamenei che la sua morte "sarà vendicata". Ha visto inoltre le masse di Hezbollah radunati a Beirut per l’estremo saluto a Shukr e l’annuncio del loro leader Hassan Nasrallah che il conflitto con Israele è entrato adesso "in una nuova fase". "Voi oggi ridete – ha detto agli israeliani – ma presto piangerete". Altri venti di guerra, ha ricordato, spirano anche dallo Yemen dopo il recente attacco israeliano al porto di Hudeida.
Shukr, ha aggiunto Nasrallah, era dedito totalmente alla lotta armata. "È lui che ha addestrato i nostri quadri migliori. Non avrebbe voluto morire per cause naturali, ma piuttosto da ‘martire’. La sua morte sarà vendicata". Accanto al suo corpo è stato recuperato quello di un consigliere iraniano: cosa che fa pensare che l’appartamento di Beirut centrato dall’aviazione israeliana fosse un luogo di incontro con i servizi di Teheran.
In Israele, vigilia di guerra. "Per ora la routine non cambia, ma se sentite sirene di allarme correte ai ripari", ha avvertito il portavoce militare Daniel Hagari. Dopo un sopralluogo nel Comando delle retrovie Netanyahu ha affermato: "Siamo pronti ad ogni evenienza, sia difensiva che offensiva. Faremo pagare un duro prezzo per qualsiasi aggressione contro di noi, da qualunque direzione giunga". Attraverso canali diplomatici Israele ha avvertito che reagirebbe con la massima irruenza se attacchi nemici provocassero vittime civili. Sentendosi già nel mirino degli Hezbollah, il sindaco di Haifa Yona Yahav ha affermato: "Per esperienza passata, io credo a Nasrallah" e ha ordinato di approntare tutti i parcheggi sotterranei della città alla accoglienza di masse di sfollati. I servizi di soccorso israeliani hanno compiuto esercitazioni in cui hanno simulato fra l’altro interruzioni generali della corrente elettrica. Compagnie aeree hanno annullato i voli per Tel Aviv e agli israeliani in partenza per l’estero è stato consigliato di mantenere la massima prudenza perché si temono attentati islamici contro di loro e contro obiettivi ebraici. Netanyahu ha chiesto un colloquio urgente con il presidente Biden. "I nostri partner internazionali si stanno mobilitando", ha detto il portavoce militare. Fonti stampa riferiscono che 12 navi da guerra statunitensi stanno convergendo verso la regione. Fra loro la Roosevelt, che ha a bordo 4000 marines.
Resta da capire come si comporteranno i Paesi arabi moderati. Quando ad aprile scorso Teheran sferrò un attacco con droni e missili contro lo Stato ebraico, la Giordania collaborò con Israele. Analisti militari riferiscono che ieri Teheran avrebbe informato Qatar e Arabia Saudita della sua intenzione di effettuare un attacco, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l‘utilizzo del loro spazio aereo a Tel Aviv e alleati.