Il New York Times pubblica la documentazione che racconta le trattative di pace tra la Russia di Putin (foto) e l’Ucraina nel 2022, aprendo uno squarcio sui dettagli dei negoziati, poi falliti. I file erano stati già resi noti a marzo scorso dal Wall Street Journal, che aveva pubblicato la bozza di trattato di pace redatta dai negoziatori russi e ucraini del 15 aprile 2022, a sei settimane dall’inizio della guerra. Tra i punti dell’intesa in larga parte stipulata nel corso dei negoziati a Istanbul del marzo di quell’anno, l’Ucraina doveva diventare uno Stato permanentemente neutrale e non aderire a blocchi militari come la Nato. La Crimea sarebbe rimasta russa ma senza il riconoscimento di Kiev. La lingua russa doveva essere usata su un piano paritario con l’ucraino, mentre le sorti del Donbass sarebbero state discusse in un secondo momento.
Ora il Nyt rivela che uno dei punti che hanno probabilmente contribuito a far saltare un’intesa è il cosiddetto articolo 5: in caso di un altro attacco armato contro l’Ucraina, gli "Stati garanti" che avrebbero firmato il trattato – Gran Bretagna, Cina, Russia, Stati Uniti e Francia – sarebbero intervenuti direttamente in difesa dell’Ucraina. Ma Mosca volle inserire una clausola secondo la quale "tutti gli Stati garanti, Russia compresa", avrebbero dovuto approvare la risposta nel caso in cui l’Ucraina fosse stata attaccata. Insomma, una sorta di diritto di veto di Mosca, che di fatto avrebbe potuto nuovamente invadere il territorio ucraino.