I russi volevano colpire il 18 o il 27 giugno con un massiccio attacco di missili da crociera in occasione della visita a Mykolaiv o ad Ocharov del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L’intelligence russa, il Fsb, aveva una informatrice che avrebbe dovuto fornito elementi chiave per l’organizzazione dell’attacco durante la visita del presidente Zelensky. Ma lo Sbu, il servizio segreto ucraino, aveva scoperto l’informatrice e ha evitato che fornisse le informazioni. L’ha anche messa sotto controllo e nei giorni scorsi l’ha arrestata in flagranza, mentre forniva materiale alla sua fonte russa.
A rivelare l’episodio sono stati gli stessi servizi ucraini. "Il servizio – dice l’Sbu – ha arrestato un informatore dei servizi russi, che, alla vigilia del viaggio del presidente nella regione di Mykolaiv, stava raccogliendo informazioni sulla visita programmata.
L’informatrice, un’ex commessa in un negozio militare sul territorio di una delle unità militari nella città di Ochakiv, ha cercato di stabilire l’ora e l’elenco del percorso approssimativo del capo dello Stato a Mykolaiv", ma è stata scoperta e arrestata. Ora rischia 12 anni di carcere.
Sul fronte diplomatico il presidente Turco Recep Tayyp Erdogan intende riprovare a convincere Vladimir Putin a proporre un cessate il fuoco. "Erdogan – scrive la presidenza turca – offrirà la sua mediazione per risolvere il conflitto, ribadirà la tesi che non ci saranno vincitori e sconfitti nel processo di pace e proporrà una ripresa dei colloqui di pace per un cessate il fuoco". Ma l’ipotesi, stante la posizione di no dell’Ucraina alla ripresa trattative senza un ritiro preventivo russo, è destinata a finire nel nulla di fatto, così come il filone di trattativa di Gedda, perché non coinvolge Mosca.
Il consigliere presidenziale ucraino Mikahil Podolyak ha affermato l’inammissibilità di posizioni di compromesso sotto forma di cessate il fuoco immediato e negoziati nei confronti della Russia. "L’unico negoziato possibile – ha detto – è il piano di pace del presidente Zelensky. Non possono esserci posizioni di compromesso come ‘cessate il fuoco immediati’ e ‘negoziati qui e ora’ che diano alla Russia il tempo di rimanere nei territori occupati". Non meno dura la posizione russa – mantenere le regioni annesse – e infatti il Cremlino che ha liquidato come insensati i negoziati di Gedda "vista l’assenza della Russia" .
Ieri il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo cinese, Wang Yi, che ha partecipato al vertice di Gedda. Sulla crisi ucraina, ha detto Wang Yi, la Cina "manterrà una posizione indipendente e imparziale" per promuovere "attivamente colloqui di pace". Lavrov, da parte sua, ha affermato che "la Russia è molto d’accordo con il documento di posizione della Cina sulla soluzione della crisi ucraina" – e che è volutamente generico e ambiguo – e "apprezza e accoglie con favore il ruolo costruttivo della Cina". Sostanzialmente, siamo a zero.