Domenica 16 Febbraio 2025
ELENA G. POLIDORI
Esteri

La strategia sugli Usa. L’Italia vuole giocare da mediatrice. Asse con Parigi, Londra e Berlino

Se non si arriverà a una posizione unitaria di Bruxelles, la presidente del Consiglio si muoverà da sola. Crosetto difende Mattarella dagli attacchi russi: "Zakharova? Una sedicente portavoce, la conosciamo tutti".

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, 61 anni

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, 61 anni

Prudenza, ma facendo asse con Parigi, Berlino e Londra. È questa la linea che Giorgia Meloni porta avanti in queste difficili e complesse ore per l’Europa e per l’Italia, strette in un vicolo cieco, per ora, dalle mosse di Donald Trump. La linea definita nella riunione di venerdì mattina a Palazzo Chigi con Antonio Tajani e con un recalcitrante Matteo Salvini. E questa linea sarà la posizione che Meloni porterà – se effettivamente verrà convocato dall’Eliseo – al summit sull’Ucraina di Parigi, dove domani potrebbero incontrarsi i capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Spagna, Italia, Polonia e Regno Unito.

Anche se gli uomini di Trump, da ultimo l’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg, chiariscono che l’Europa sarà consultata, ma non siederà al tavolo dei colloqui di pace, per ora filtra una posizione di cautela rispetto ai messaggi inviati da Washington, anche quelli più duri lanciati dal vicepresidente J. D. Vance sulla "libertà di parola in ritirata" in Europa. Parigi e Berlino hanno reagito, Roma no.

Ma in Italia, osservano in ambienti dell’esecutivo, "non siamo in campagna elettorale, non c’è la necessità di reagire". Più delle polemiche, chiariscono le stesse fonti, conta la dimensione operativa di questi delicati dossier. "Agire e non agitarsi", avrebbe sintetizzato Tajani nel colloquio con Meloni, Salvini e Crosetto. "Ben venga l’iniziativa di Trump", ha osservato il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan: "Negli ultimi tre anni gli Usa hanno fornito all’Ucraina enormemente di più di quanto ha fatto l’Europa, era normale che l’iniziativa fosse degli Stati Uniti".

Si attende di capire meglio le prossime mosse della premier, che ha deciso di provare a giocare la partita da pontiere fra Ue e Usa, mentre si lavora a una nuova missione a Washington nel giro di un paio di mesi.

È ancora presto, però, per capire se ci saranno i margini per una risposta unitaria a livello europeo su Ucraina e dazi. Saranno decisivi, si ragiona in ambienti di governo, anche i confronti a livello di leader Ue. Se in Europa si preferirà mantenere lo status quo, sostiene qualche meloniano, alla fine la presidente del Consiglio dovrà muoversi in autonomia per tutelare l’interesse nazionale.

Certo è, però, che Meloni, d’altro canto, non intende distaccarsi dalle posizioni europee, soprattutto in presenza delle ultime uscite degli uomini di Trump sull’Ucraina. Qualche ora dopo il vertice di Palazzo Chigi la premier ha sentito il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, con cui ha condiviso "l’importanza di mantenere uno stretto coordinamento con i partner europei e gli Stati Uniti". È anche in attesa di capire gli sviluppi delle partite in corso che la premier si muove all’insegna della prudenza anche comunicativa. A differenza di Salvini, che ha salutato con toni entusiastici il primo contatto fra Trump e Vladimir Putin. E ha tenuto la linea del silenzio dopo l’affondo della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha definito "invenzioni blasfeme" le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un attacco "da parte di una sedicente portavoce, non da parte della Russia - ha precisato all’indomani Crosetto -. Releghiamo a quello che è. È una persona che ci ha abituati in questi anni a dire di tutto e di più. L’abbiamo tutti rintuzzata come meritava perché non è una persona che può permettersi di pronunciare il nome del presidente della Repubblica italiana. Le abbiamo detto di stare al suo posto e la prossima volta di leggere prima di commentare".