Roma, 8 novembre 2024 – Comanderà solo lui. Ma non potrà fare tutto e tutti i giorni. Donald Trump è già al lavoro per la scelta del suo super gabinetto, anche se ha affidato il controllo del team di transizione e della scelta dei nomi a due ultramiliardari fedelissimi come Howard Lutnick, che è alla guida della Cantor Fitzgerald la società di brokeraggio che nella strage delle Torri gemelle perse 658 impiegati, e Linda Mahon, 78 anni, la miliardaria fondatrice di World Wrestling Entertainment di cui era anche presidente. Entrambi noti per la loro spregiudicatezza, stanno selezionando ministri e consiglieri da sottoporre a Trump per la valutazione finale.
Come capo dello staff, il ruolo più influente dopo Trump nella macchina amministrativa, ha nominato Susie Wiles, braccio destro del tycoon per tutta la campagna elettorale. Al ministero della Giustizia, dicastero delicatissimo per gestire gli strascichi giudiziari di Trump, i nomi che si rincorrono sono quelli di Doug Burgum, imprenditore, ex governatore del North Dakota, dell’attuale procuratore generale del Texas, l’ultraconservatore Ken Paxton, di John Ratcliffe, che era già stato direttore della National Intelligence con la prima amministrazione Trump fino al 2021, e di Mark Paoletta consigliere capo de president per il budget della prima amministrazione Trump.
Elise Stefanik deputata di origini greche, eletta a Staten Island dove si è sviluppata una fortissima componente repubblicana sia italo americana, sia greco americana è candidata a fare l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu. Altro tassello, il Pentagono. Il nome più forte sembra essere quello di Mike Pompeo, già membro del gabinetto Trump nel primo mandato ma è in corsa anche il deputato Mike Waltze, insieme all’ex ufficiale dei marines e senatore Tim Scott.
Quanto alla Federal reserve, Jerome Powell potrà terminare il mandato. Per gli Esteri circola con insistenza il nome di Richard Grenell. Il 58enne, nominato da Trump ambasciatore in Germania, è considerato anti europeo e anti Nato. Più sfumato, invece, il nome di Nikki Haley che punterebbe a diventare segretario di Stato per ritagliarsi anche una visibilità nelle presidenziali del 2028 quando Trump salvo modifiche alla Costituzione non potrà più correre. Sul fronte sanità il personaggio più visibile è Robert Kennedy jr, ma non è chiaro se per lui ci sarà un ruolo pieno di ministro o solo di consigliere speciale del presidente. È noto per le sue posizioni No Vax. Alla voce efficienza e risparmi, si fa largo nei pronostici Elon Musk che propone tagli di almeno 2 trilioni di dollari in tutti i servizi. Non è detto che l’uomo più ricco del mondo, indispensabile per la vittoria di Trump in Pennsylvania, possa però superare le analisi e ottenere così le credenziali sulla sicurezza che l’apparato della Casa Bianca prevede per queste nomine così come per quelle militari. Ai blocchi di partenza per il Tesoro si profila un esponente di Wall Street, come John Alfred Paulson, l’ex presidente della Sec Jay Clayton o l’hedge fund manager Scott Bessent, top fundraiser di Trump e suo ex consigliere economico (favorevole ai dazi).
Tra i super consulenti di famiglia al posto di Ivanka Trump e Jared Kushner appaiono questa volta i due figli del presidente eletto Donald Jr e Eric la cui moglie Lara è già la copresidente del partito repubblicano. A differenza del suo debutto nel 2017, Trump questa volta ha promesso di affidarsi da un lato al suo istinto, dall’altro alla ricerca di personaggi che non abbiano legami contagiosi e troppo antichi col mondo politico di Washington.