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Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov ha bocciato il dispiegamento di truppe europee in Ucraina
OttavianiPer gli Stati Uniti, anche dopo il vertice di Londra, l’accordo con l’Ucraina è ‘in un limbo’. A dirlo è il Segretario del Tesoro, Scott Bessett. Ma nelle ultime ore, fra Mosca e Washington è stato un vero e proprio tiro al bersaglio contro il presidente Zelensky. Il portavoce del Cremlino, ieri mattina, prima dell’inizio del summit, ha detto che le due sponde dell’oceano ormai sono sulla stessa lunghezza d’onda. "La nuova amministrazione degli Usa sta cambiando rapidamente tutte le configurazioni di politica estera. Ciò coincide in gran parte con la nostra visione", ha affermato con tono trionfante Peskov. Poco dopo, il ministro degli Esteri di Mosca, Sergeij Lavrov, ha rincarato la dose. Il un’intervista alla Krasnaya Zvezda, un’altra delle emittenti portavoce della propaganda russa, dove ha commentato l’incontro all’interno dello Studio Ovale, il capo della diplomazia del Paese ha definito il presidente Donald Trump ‘un uomo pragmatico e di buon senso’. Molto meno generoso il giudizio riservato a Zelensky e all’Europa, soprattutto al presidente francese, Emmanuel Macron e il premier inglese Keir Starmer. Il premier ucraino è stato definito ‘il vero nazista’ della situazione. L’Europa è stata accusata di incitare l’Ucraina a proseguire la guerra. "Il presidente Macron – ha spiegato Lavrov - sta correndo in giro con alcune idee, così come il premier Starmer. Dicono che stanno preparando l’invio di migliaia di peacekeeper e che forniranno loro copertura aerea. Anche questo è arrogante". Secondo il diplomatico, l’invio di forze di peacekeeping europee in Ucraina non farebbe scomparire le cause della crisi, al contrario avrebbe l’effetto contrario. Se da Lavrov non sono giunti complimenti, dagli Stati Uniti arrivano addirittura messaggi più pesanti, quasi una punizione dopo lo scontro di venerdì scorso alla Casa Bianca. Figure chiave dell’amministrazione Trump (che ha passato il weekend nel suo resort di Mar-a-Lago, in Florida) hanno parlato con le principali emittenti del Paese in quello che sembra un attacco coordinato.Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha spiegato che gli Stati Uniti hanno l’obiettivo di riportare la Russia al tavolo delle trattative, a costo di sposare la versione di Mosca dei fatti. Intervistato da ABC News, ha affermato: "Tutti conoscono la storia, i trascorsi tra le parti. Ma la vera domanda è: possiamo portarli a negoziare? Questo è il nostro obiettivo. Non bisogna fare nulla per ostacolarlo. E purtroppo, Zelensky ha fatto esattamente il contrario, cercando in ogni occasione di spiegare la storia dal punto di vista ucraino". Quando fra l’invaso e l’invasore non c’è alcuna differenza, insomma. Ancora più diretto lo speaker della Camera, Mike Johnson, per il quale il numero uno di Kiev dovrebbe dimettersi. "Qualcosa deve cambiare. Deve tornare in sé e presentarsi al tavolo dei negoziati in segno di gratitudine, oppure qualcun altro deve guidare il Paese al suo posto". Dello stesso avviso anche il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz. "Abbiamo bisogno di un leader che possa trattare con noi, ed eventualmente possa trattare con i russi e porre fine a questa guerra - ha dichiarato Waltz alla Cnn -. Se dovesse diventare chiaro che le motivazioni personali o politiche di Zelensky divergono dall’obiettivo di porre fine ai combattimenti, allora avremmo un serio problema". Il problema, per il momento però sembra tutto di Zelensky.