Domenica 6 Ottobre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

La risposta all’Iran. Tel Aviv prepara il piano: "L’attacco è imminente". Raid a Gaza e in Libano

La rivelazione dei funzionari americani. Fonti Idf: all’inizio della settimana prossima. L’esercito dello Stato ebraico impegnato in operazioni di terra nella Striscia. Esplosioni a sud di Beirut. Arriva il capo del Comando militare centrale Usa .

La risposta all’Iran. Tel Aviv prepara il piano: "L’attacco è imminente". Raid a Gaza e in Libano

La rivelazione dei funzionari americani. Fonti Idf: all’inizio della settimana prossima. L’esercito dello Stato ebraico impegnato in operazioni di terra nella Striscia. Esplosioni a sud di Beirut. Arriva il capo del Comando militare centrale Usa .

Israele entra adesso nel secondo anno di guerra con almeno tre fronti aperti: in Iran, mentre i vertici delle forze armate stanno preparando una ritorsione dopo un forte attacco missilistico contro il territorio israeliano; in Libano, dove Israele è impegnato con ingenti forze di terra e mentre prosegue il martellamento aereo contro i vertici militari degli Hezbollah; e a Gaza, dove Hamas continua a dare filo da torcere e continua a tenere prigionieri 101 ostaggi israeliani. A queste sfide si aggiunge quella del terrorismo palestinese che – secondo il portavoce militare Dabniel Hagari – potrebbe manifestarsi in Israele proprio il 7 ottobre, nel primo anniversario dell’offensiva di Hamas denominata ‘Alluvione al-Aqsa’. "Abbiamo elevato al massimo l’allerta in tutto territorio nazionale", ha affermato Hagari.

Durante le giornate festive del Capodanno ebraico il premier Benjamin Netanyahu è stato impegnato in serrate consultazioni al termine delle quali una fonte politica ha detto ai media che "la reazione nei confronti dell’Iran sarà forte e significativa". La stessa fonte ha anche aggiunto tuttavia che Israele non intende estendere il conflitto con Teheran, preferendo concentrarsi sugli obiettivi prefissati in Libano e a Gaza. Ieri Hagari ha confermato che l’attacco iraniano ha provocato danni materiali in due basi aeree (Nevatim e Tel Nof). "Ma le attività dell’aviazione non hanno subito alcuna ripercussione", ha assicurato. "Molto grave poi che siano state colpite zone residenziali", in una cittadina a nord di Tel Aviv. Secondo i media Israele ha intercettato l’85% dei missili in arrivo.

Ieri intanto in Israele è giunto il comandante delle forze Usa nella Regione, Michael Kurilla. La sensazione prevalente è che Israele coordinerà con gli Stati Uniti ogni attacco nei confronti dell’Iran tenendo presente l’opposizione espressa dal presidente Biden a interventi contro infrastrutture energetiche e contro il progetto nucleare dell’Iran. Secondo fonti americane, l’attacco all’Iran "è imminente". E fonti Idf parlano della prossima settimana. "L’Iran è dietro tutte le minacce contro di noi. Hanno lanciato centinaia di missili contro di noi in uno dei più grandi attacchi della storia. Nessun Paese al mondo accetterebbe un simile attacco, e nemmeno Israele lo accetterà. Abbiamo il dovere e il diritto di difenderci e di rispondere a tali attacchi. Ed è ciò che faremo", ha annunciato Benjamin Netanyahu puntando tra l’altro il dito contro il leader francese Emmanuel Macron che si era appellato ad un embargo verso Israele di quelle armi che utilizza a Gaza. "Vergogna", gli si è rivolto il premier israeliano, assicurando che lo Stato ebraico "vincerà con o senza il suo sostegno" e quello di "altri leader occidentali". Ma "la loro vergogna – ha accusato Bibi – durerà a lungo", anche dopo che la guerra sarà vinta. La replica dell’Eliseo: "La Francia è amica di Israele, ma le parole di Netanyahu sono eccessive".

Intanto, nel Libano meridionale due divisioni israeliane sono impegnate da cinque giorni a distruggere immensi magazzini di armi, munizioni, ordigni e razzi predisposti dalla unità di élite degli Hezbollah, la Radwan, in abitazioni civili e nei villaggi limitrofi al confine con Israele. Ieri sera ci sono state forti esplosioni dopo gli appelli israeliani a evacuare l’area. L’operazione durerà settimane e si prefigge di preparare il terreno in vista del ritorno della popolazione dell’Alta Galilea alle proprie abitazioni, dopo un anno di bombardamenti degli Hezbollah. Questi ancora ieri hanno colpito a ripetizione, con 150 razzi, la zona compresa fra Haifa, Safed ed il confine.