Biden lo aveva promesso, e ieri l’America ha colpito. Missili e aerei americani hanno attaccato 85 obiettivi in 32 siti, che sono stati centrati con più di 125 munizioni di precisione, sia missili da crociera che bombe a guida laser. Ad essere colpiti in Iraq e in Siria sono stati, ha precisato il Central Command del Pentagono, "basi di milizie come Kataib Hezbollah e del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana", quindi parte dell’apparato militare iraniano. "Le strutture colpite – ha detto il Centcom – includevano basi per comando e controllo, centri di intelligence, razzi e missili di gruppi di milizie e dei loro sponsor pasdaran che hanno facilitato attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione". "La nostra risposta – ha detto il presidente americano Joe Biden – continuerà nei tempi e nei modi che decideremo. Oggi ho dato l’ordine di colpire obiettivi di gruppi affiliati all’Iran in Iraq e Siria in risposta all’uccisione dei tre soldati americani in Giordania". Gli attacchi, precisano al pentagono, non saranno però sul suolo iraniano. "Gli Stati Uniti – ha aggiunto Biden – non vogliono il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma tutti coloro che vogliono farci del male sappiano questo: se fate del male a un americano, reagiremo". Secondo l’agenzia statale iraniana almeno 10 persone sono rimaste uccise dagli attacchi americani in Siria, nelle località di Al Mayadeen e Deir Azouz. Secondo Ong siriane i morti sarebbero almeno 18. I morti in Iraq sarebbero una ventina. In tutto si stimano una trentina di vittime. Il governo irakeno ha condannato gli attacchi parlando di "violazione della sovranità".
Nel frattempo oltre 800 tra diplomatici e funzionari europei e americani hanno sottoscritto un documento in cui accusano Israele di "gravi violazioni del diritto internazionale" a Gaza creando "una delle peggiori catastrofi umane di questo secolo". Almeno la metà dei firmatari della lettera lavora per la Commissione europea. L’iniziativa è partita da funzionari olandesi (150 persone coinvolte), americani (un’ottantina), e dell’Unione Europea, ed è stata poi sottoscritta da gruppi di diplomatici anche in Italia, Francia, Regno Unito, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Spagna, Svezia, Svizzera. "Israele – è scritto – non ha mostrato limiti a Gaza, che hanno provocato decine di migliaia di morti civili evitabili, .una catastrofe umanitaria". "Esiste il rischio plausibile – si aggiunge – che le politiche dei nostri governi stiano contribuendo a gravi violazioni del diritto internazionale, crimini di guerra e persino pulizia etnica o genocidio".
I firmatari chiedono ai propri governi di i "ritenere Israele responsabile del rispetto degli standard internazionali umanitari e dei diritti umani, e di esigere l’immediata e piena attuazione della recente ordinanza della Corte internazionale di giustizia" e di "utilizzare tutta la leva disponibile, compreso un arresto del supporto militare, per garantire un cessate il fuoco duraturo e un rilascio sicuro tutti gli ostaggi e per sviluppare una pace duratura che includa uno Stato palestinese e garanzie per la sicurezza di Israele".
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