La Russia continua a premere nel Nord della provincia di Kharkiv per garantirsi la reazione di una "zona cuscinetto", mentre la Polonia, impaurita dall’aggressività dello storico avversario, rispolvera l’idea di una linea fortificata ai confini con Russia e Bielorussia. La scelta della Polonia di voler blindare i confini, è stata annunciata dal primo ministro Donald Tusk. "Abbiamo deciso di investire 10 miliardi di zloty (circa 2,34 miliardi di euro) nella nostra sicurezza – ha detto – e soprattutto nella protezione del nostro confine orientale. Questo sistema di fortificazioni, che rafforza 400 chilometri di confine con la Russia e la Bielorussia, sarà un elemento di deterrenza".
La tentazione di creare una linea Maginot per proteggere i confini è cara ai polacchi, che già l’attuarono prima della seconda guerra mondiale costruendo fortificazioni in Alta Slesia e sulla penisola di Hel (contro la Wermacht) oltre che attorno a Sarny (contro l’ Armata Rossa). Ma entrambe furono superate. Ora la Polonia punta a fare meglio sui 205 chilometri della frontiera con la Russia e gli oltre 327 con la Bielorussia.
Considerata la spesa di 4,4 milioni di euro per chilometro, non sembra di intravedere una protezione “pesante”, e già questo è un problema. Ma ne esiste un secondo, che rimanda alla linea Maginot francese. In Polonia c’è infatti un tratto di confine che si presta a una operazione simile a quella attuata dai tedeschi nell’aggirare la Maginot, quello del confine – lungo 104 chilometri – con la Lituania. È il “ corridoio di Suwalki“. Russi e bielorussi potrebbero attaccare lì, beffando le annunciate fortificazioni.
Intanto a Nord di Kharkiv sono aggiunti nuovi reparti ucraini (almeno 6 battaglioni) e le forze si stanno riequilibrando. Dopo l’avanzata dell’altroieri sulla più occidentale delle due teste di ponte russe (presi altri 10 chilometri quadrati) ieri i russi sono avanzati sull’altra, conquistando poco terreno ma che coincide con il villaggio di Starytzia (fino a ieri contestato) e alcuni isolati della cittadina di Vovchansk, prima di essere bloccati da un inteso bombardamento di razzi degli Himars ucraini, anche sull’ex ospedale diventato quartier generale dei russi, possibile anche grazie al fatto che i civili evacuati sono saliti a 10mila. "A Kharkiv la situazione è sotto controllo, ma non stabilizzata" ha ammesso il presidente Volodymyr Zelensky all’Afp, nella quale ha detto che "l’assalto lanciato dalla Russia contro la regione di Kharkiv potrebbe essere solo la prima ondata di un’offensiva più ampia". È evidente che Zelenshy, che ha bocciato l’idea di una tregua olimpica, cerca più aiuti militari il più rapidamente possibile. E anche l’offensiva a Kharkiv, dipinta come la prima di una serie, può essere utile a questo obiettivo.