Per i medici russi, Alexei Navalny è morto di morte naturale. Lo ha detto ieri in un video la madre del dissidente, scomparso una settimana fa in una colonia di massima sicurezza oltre il Circolo polare artico. Lyudmila Navalnaya è riuscita a vedere il corpo del figlio per la prima volta dopo il suo decesso e molte insistenze. Ma non le è stato possibile ritirare la salma. In un video postato sui social, ha addirittura affermato che le autorità starebbero pensando a un funerale segreto. "Ho firmato il certificato di morte – ha detto su X –. Avrebbero per legge dovuto restituirmi subito il corpo, ma non lo hanno fatto. Invece mi ricattano, vogliono definire le condizioni del come, dove e quanto seppellire mio figlio. Vogliono che la sepoltura avvenga in segreto, senza un saluto. Vogliono portarmi in un cimitero con una tomba appena fatta e indicarmi, qui giace tuo figlio".
Parole dure, alle quali sono seguite, sempre a mezzo social, quelle della vedova del dissidente defunto, Yulia Navalnaya, che, sempre su X, ha scritto: "Putin ha assassinato Navalny". Il clima nel team del politico di opposizione è teso. Oltre alla restituzione del corpo di Alexei Navalny e alle sue esequie, c’è da pensare a tenere alta l’attenzione della comunità internazionale. Per questo, la vedova è in procinto di effettuare vere e proprie missioni diplomatiche nelle cancellerie occidentali (ieri con la figlia Dasha ha incontrato Biden), per chiedere l’attuazione di una strategia di misure contro la Russia composta da tre provvedimenti. Il primo è rifiutare il risultato delle prossime elezioni presidenziali, che si terranno nel marzo 2024. Il secondo è istituire un organismo investigativo che indaghi sulle reti segrete e sui movimenti finanziari di Putin, sulla falsariga dell’attività della Fondazione Anti Corruzione che Navalny aveva creato nel 2011 e che nel 2020 era stato costretto a sciogliere. Infine, il terzo prevede un quadro di sostegno per i cittadini russi che stanno cercando di scappare dall’oppressione del regime.
Quel che è certo, è che fino a questo momento, anche secondo Yulia Navalnaya, non è stato fatto abbastanza. E che senza un’azione decisa da parte di Usa e Ue, le prossime vittime potrebbero essere i collaboratori del dissidente ucciso. "Fino a questo momento – ha spiegato Leonid Volkok, braccio destro di Navalny per oltre 10 anni – al Cremlino hanno riso per le sanzioni che sono state adottate. Anche Vladimir Putin. Londra ha sanzionato sei persone, staff della colonia penale, che non avrebbero mai viaggiato nel Regno Unito e non hanno beni all’estero. Noi abbiamo studiato la corruzione del regime di Putin. Navalny stesso ha indicato gli oligarchi amici di Putin che tengono la cassa, eppure ancora adesso non tutti loro sono sanzionati. Se volete onorare la memoria di Alexei, colpite gli amici di Putin, sequestrate i loro asset".
In compenso, dal Cremlino continuano a comportarsi come chi la farà franca anche questa volta. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha chiuso all’ipotesi di un’inchiesta internazionale. L’ex presidente russo, Dmitry Medvedev, ha ironizzato su una foto che Yulia Navalnaya ha postato sui social, dove appare con la figlia Daria. "Guardate la faccia sorridente, felice, della vedova di Navalny. C’è la sensazione che lei avesse aspettato questo evento per tutti questi anni per lanciare alla grande la sua vita politica. E lei l’ha già detto. Tutto ciò è molto triste". La replica della diretta interessata non si è fatta attendere, ma è stata di segno completamente diverso rispetto all’attacco ricevuto. "Non state a difendermi dalle parole di Medvedev – ha scritto Navalnaya –. Lui è un uomo inutile".