Sabato 27 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

La missione di Blinken . Pressione Usa su Israele: "Troppi morti civili a Gaza". Sì a un’ispezione dell’Onu

Il sottosegretario di Stato americano torna a incalzare il premier Netanyahu "Per una pace giusta bisogna arrivare alla nascita di uno Stato palestinese".

La missione di Blinken . Pressione Usa su Israele: "Troppi morti civili a Gaza". Sì a un’ispezione dell’Onu

La missione di Blinken . Pressione Usa su Israele: "Troppi morti civili a Gaza". Sì a un’ispezione dell’Onu

Un colpo al cerchio e uno alla botte per cercare di portare le parti a una tregua e a un negoziato. Missione quasi disperata la quinta in Medio Oriente del segretario di Stato americano Anthony Blinken, appena giunto da Arabia Saudita e Qatar. Resa ancora più difficile dalla prosecuzione della campagna di omicidi mirati di operativi di Hezbollah, giunta a quota 158 dal 7 ottobre. Stavolta è toccato in mattinata a tre esponenti di Hezbollah, la cui auto è stata colpita da un missile lanciato da un drone israeliano nel sud del Libano, e poi, soprattutto, ad Ali Hussein Barji, comandante delle forze aeree di Hezbollah, fatto saltare in aria sulla sua auto all’inizio del funerale di Wissam Tawil, il vicecomandante dell’unità di elite Radwill di Hezbollah ucciso da un drone lunedì. Da notare che le due uccisioni sono state confermate una dal ministro degli Esteri e una dal portavoce militare israeliano. Un modo per far capire a Blinken che Israele continua per la sua strada.

"A Gaza – ha detto in conferenza stampa Blinken, cercando l’equilibrio – i civili stanno pagando un prezzo troppo alto" ma ha anche aggiunto che gli Stati Uniti ritengono "che l’accusa di genocidio ad Israele è infondata". Blinken ha incontrato il presidente Herzog, il ministro della Difesa Gallant, il ministro degli Esteri Katz al quale ha ribadito "il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di garantire che il 7 ottobre non possa ripetersi", tuttavia ha sottolineato la "necessità che Israele adotti tutte le misure possibili per evitare danni ai civili a Gaza". La sola concessione che ha avuto dal gabinetto di guerra è il via libera a una missione a Gaza nord di una delegazione Onu per una valutazione sul rientro degli sfollati. Ma il vero faccia a faccia è stato con Nethanyanu, un incontro dai toni così tesi che il gabinetto del primo ministro non ha diffuso il consueto comunicato sul colloquio. Netanyahu avrebbe persino detto a Blinken che "i profughi palestinesi possono scordarsi di tornare a Gaza nord se Hamas non libererà altri ostaggi".

Blinken ha evitato polemiche. "Gli Stati Uniti sostengono Israele oggi, domani, sempre. Ho sottolineato a Netanyahu l’importanza di evitare di nuocere ai civili, di proteggere le infrastrutture civili e assicurare l’assistenza umanitaria a Gaza e gli ho anche detto – ha aggiunto andando al punto – che i leader che ho incontrato in Medio Oriente si sono detti pronti a sostenere una soluzione duratura. Ma che questo può avvenire solo attraverso un approccio regionale che includa un percorso verso uno Stato palestinese".

Gli omicidi mirati in Libano e le operazioni nel sud di Gaza raccontano che l’esecutivo israeliano ha però una agenda diversa. "Le operazioni a Kan Younis – ha detto a Blinken il ministro della Difesa Yoav Gallant – si intensificheranno e continueranno fino a che i capi di Hamas saranno raggiunti e gli ostaggi recuperati".