Giovedì 27 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

La leggenda sovietica degli scacchi Boris Spassky è morto all’età di 88 anni

Resterà nells storia la sfida di Reykjavik del 1972 per il titolo di campione del mondo con l'americano Bobby Fischer

Boris Spassky è morto all'età di 88 anni, memorabile la sfida di Reykjavik del 1972 per il titolo di campione del mondo con l'americano Bobby Fischer

Boris Spassky è morto all'età di 88 anni, memorabile la sfida di Reykjavik del 1972 per il titolo di campione del mondo con l'americano Bobby Fischer

Roma, 27 febbraio 2025 – E' morto all'età di 88 anni la leggenda sovietica degli scacchi, Boris Spassky. La notizia e' stata comunicata dalla federazione russa degli scacchi. Nato a Leningrado, nell'allora Unione Sovietica, il 30 gennaio 1937, divenne il decimo campione del mondo ufficiale di scacchi nel 1969.

Resta nella storia la sfida di Reykjavik del 1972 per il titolo di campione del mondo con l'americano Bobby Fischer. Lo scontro fu considerato il 'match del secolo' anche per le implicazioni politiche legate alla Guerra Fredda tra Usa e Urss.

"E' scomparsa una grande personalita', generazioni di giocatori di scacchi hanno studiato e stanno studiando le sue partite e il suo lavoro. Questa è una grande perdita per il Paese", ha affermato il presidente della Federazione scacchistica russa, Andrei Filatov, citato dalla Tass.

Addio dunque a Boris Spassky, leggenda degli scacchi dell'era sovietica. Era nato 88 anni fa a Leningrado, oggi San Pietroburgo, ed è stato campione del mondo dal 1969 al 1972, nonché otto volte medaglia d'oro alle Olimpiadi degli scacchi.

Indimenticabile rimane la partecipazione e sconfitta in quella che fu definita la 'sfida del secolo’, ovvero la competizione contro l'americano Bobby Fischer.

 Insignito nel 1956 del titolo di Grande maestro, ovvero il riconoscimento più alto che possa essere attribuito ad un giocatore di scacchi dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (Fide), Spassky mantenne il titolo per tre anni di seguito, fino a quando nel 1972 si confrontò e perse con Bobby Fischer, a Reykjavík, in Islanda.

Fu uno scontro epico, andato avanti per quasi tre mesi, dall'11 luglio al 3 settembre di quell'anno. Spassky se ne tornò però a casa in disgrazia, poiché erano gli anni della guerra fredda e in molti avevano voluto dare a quell'incontro il significato di uno scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Un ulteriore batosta gli arrivò quando nel 1974 Spasskij perse contro l'emergente Anatolij Karpov a Leningrado. Karpov, a sua volta insignito del titolo di Grande maestro, riconobbe pubblicamente che Spasskij era superiore, ma dopo una serie di magnifiche partite, Karpov incamerò abbastanza punti da far suo l'incontro, per poi diventare campione del mondo assoluto dal 1975 al 1985 e campione del mondo Fide dal 1993 al 1999. Ormai fuori dai grandi tornei Spasskij si stabilì quindi ne 1976 in Francia, dove ottenne anche la cittadinanza francese, per poi rimanere nell'ombra fino al 1992, quando accettò di disputare in Jugoslavia una rivincita, non ufficiale, contro Bobby Fischer, che perse. Gli ultimi anni di Spassky sono stati poi segnati da problemi di salute, dopo il suo ritorno in Russia, di cui prese la nazionalità nel 2000 e dove subì due ictus, il primo nel 2006 e un altro nel 2010.