Più che un Capodanno con il botto, si rischia il Capodanno al gelo. La Russia torna a ricattare l’Unione Europea o chi ne potrebbe fare parte un giorno con l’arma più potente che possiede: il gas. Gazprom, il gigante energetico russo e per molti il vero ministero degli Esteri di Mosca, ha annunciato che dal 1° gennaio taglierà le scorte di oro blu alla Moldavia. La motivazione ufficiale sono debiti non pagati sulle forniture passate. Secondo i calcoli del Cremlino, Chisinau dovrebbe 709 milioni di dollari. Una cifra esagerata, secondo la Moldavia, che fissa il debito a 8 milioni di dollari. Oltre alla differenza di debito, c’è anche una motivazione politica.
Tecnicamente, la Moldavia ha una regione separatista, la Transnistria, molto vicina a Mosca e che non ha mai pagato per il gas ricevuto dalla Federazione Russa. Adesso, però, per punire il governo di centrosinistra di Chisinau e la presidente della Repubblica, apertamente filoeuropea, il Cremlino sembrerebbe determinato a rimangiarsi tanta generosità. Il problema è che nel Paese fa freddo e senza le forniture di gas, il Paese potrebbe non solo essere più in grado di scaldare le case dei propri abitanti, ma proprio di funzionare.
Il primo ministro, Dorin Recean, non l’ha mandata a dire, e su Facebook ha scritto che "La decisione conferma ancora una volta l’intenzione del Cremlino di lasciare gli abitanti della Transnistria al freddo nel pieno dell’inverno". L’Italia non è direttamente interessata da questa situazione. La differenziazione delle fonti energetiche, operata durante il governo Draghi, l’ha messa al riparo dalla dipendenza dal gas russo. Più acquirenti ci sono su mercato, però, più il prezzo del gas potrebbe salire. Anche perché la Moldavia non è l’unica ad avere problemi di approvvigionamento. Ce li ha anche la Slovacchia. Ma visto che anche le vie del gas sono infinite, qui c’è un altro problema alla base. I rapporti fra Mosca e Bratislava sono ottimi, così tanto che il premier slovacco, Robert Fico, si è addirittura offerto di ospitare eventuali negoziati di pace fra Russia e Ucraina sul suo territorio nazionale. Il punto è che questa volta la decisione di lasciare le persone al freddo dipende, indirettamente, proprio da Kiev.
Il governo Zelensky ha annunciato che a partire dal primo gennaio 2025 interromperà il flusso di gas russo che passa dalle sue condotte e che continua ad alimentare Stati europei particolarmente amici di Mosca, nonostante le sanzioni come appunto la Slovacchia, ma anche l’Ungheria di Viktor Orban. Il nuovo anno, insomma, si annuncia con nuove tensioni che nascono quando si dovrebbero appianare i contrasti. La Slovacchia ha infatti assicurato che se il flusso di gas sarà interrotto, la trasmissione di energia verso l’Ucraina subirà la stessa sorte. A garantirlo è stato il premier Fico in persona su Facebook, forse non tenendo conto della fatica dell’Ucraina dopo quasi tre anni di guerra e assicurando che la mancanza di gas russo impatterà sulla produttività europea. Nella speranza che le bollette rimangano indenni.