Martedì 3 Settembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

La Francia del dopo voto. Macron spiazza tutti. Un tecnico di sinistra per guidare il governo

Si tratta del professor Thierry Beaudet, 62 anni, esperto di mutue e mutualismo. Sarebbe stato preferito a Cazeneuve che ha abbandonato i socialisti nel 2022. .

La Francia del dopo voto. Macron spiazza tutti. Un tecnico di sinistra per guidare il governo

Emmanuel Macron è il presidente della Francia ed è nato ad Amiens nel 1977

E così – a oltre otto settimane dopo le elezioni che hanno sì stoppato la cavalcata della destra di Marine Le Pen e del Rassemblement National, ma non hanno dato una maggioranza al Paese – Emmanuel Macron si è convinto che un candidato politico non avrebbe superato gli opposti veti e così ha tirato fuori quello che nelle intenzioni vuole essere il coniglio dal cappello. Un candidato tecnico, di area moderatamente progressista, che rompa l’impasse.

Quel candidato è il professor Thierry Beaudet, 62 anni, il supertecnico di mutue e mutualismo che dal maggio 2021 presiede il Cese, il Consiglio economico e sociale, organo costituzionale al pari dell’Assemblea nazionale e del Senato. Macron lo ha visto giovedì scorso e ha avuto – ci sarebbe mancato anche – la sua disponibilità. Le Monde sostiene che Beaudet avrebbe anche già scelto il suo capo di gabinetto, Betrand Gaume, prefetto del Nord e dell’Alta Francia. Ieri Macron ha ricevuto l’ex premier socialista Bernard Cazeneuve, i due suoi predecessori Francois Holland e Nicolas Sarkozy e quindi il presidente della regione Hauts-de-France, l’esponente dei Republicains Xavier Bertrand e infine il presidente del Senato Gerard Larchere e il premier uscente Gabreil Attal.

Cazeneuve e Bertrand erano due dei possibili candidati, ma sono stati bloccati dal “no“ in primis dei loro partiti. Cazeneuve infatti ha abbandonato i socialisti nel 2022 per protesta per l’accordo con la France Insoumise di Jean Luc Mélenchon e la nascita del “Nuovo fronte popolare“. Betrand invece sconta la spaccatura del suo partito e il “no“ di Laurent Wauquiez, il presidente della regione Auvergne Rhone Alpes che è il nuovo capogruppo dei Republicains all’Assemblea Nazionale, ed è un repubblicano che guarda a destra. Macron da parte sua aveva rigettato l’ipotesi di una candidatura di Lucie Castets, avanzata con forza dal Nuovo fronte popolare (il raggruppamento più votato), perché a suo dire non avrebbe raccolto i voti di altri partiti. In realtà, perché troppo di sinistra.

E così Beaudet potrebbe ricevere l’incarico oggi stesso. A sostenerlo ci sarebbero i 150 deputati della la coalizione del presidente e, forse, quasi tutti i 193 deputati del Nuovo fronte popolare: se fosse così,il nuovo premier avrebbe 328 voti su 577, forse una trentina di meno considerando qualche defezione nell’Nfp e qualche voto dai Republicains. È una maggioranza risicata, ma possibile. A favore di un sostegno del Nuovo fronte popolare c’è una dichiarazione della stessa Castets, che ieri ha detto che loro sosterranno "un candidato capace di cambiare la politica di questo Paese", mentre il segretario dei socialisti Olivier Faure ha detto di "non sapere che piattaforma sostenga Beaudet e qui più del chi conta il cosa: noi vogliamo un progetto".

Dipenderà dall’abilità di Macron, e dalle nomine dei ministri. Certo è che il tempo stringe. Basti pensare che ieri il ministro dell’Economia dimissionario, Bruno Le Maire, ha detto che "il disavanzo dei conti pubblici rischia di salire al 5,6% e che servono 16 miliardi di euro di risparmi immediati". Auguri, monsieur Baudet.