Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

La conferenza di pace. Sì all’integrità dell’Ucraina. Ma i Paesi del Sud globale voltano le spalle a Zelensky

Nell’intesa anche sicurezza alimentare e nucleare, scambio dei prigionieri di guerra. Firmano 79 Stati su 93: Sauditi, Emirati, Sudafrica e India sostengono la linea di Mosca.

La conferenza di pace. Sì all’integrità dell’Ucraina. Ma i Paesi del Sud globale voltano le spalle a Zelensky

La conferenza di pace. Sì all’integrità dell’Ucraina. Ma i Paesi del Sud globale voltano le spalle a Zelensky

Sul lago di Lucerna la montagna ha partorito il topolino. Per dirla con il presidente ucraino Volodymir Zelensky – che pure per ragioni diplomatiche parla di "successo, pur se è solo un primo passo" – "per il momento la Russia e i suoi dirigenti non sono pronti a una pace giusta. È un fatto". Già. E purtroppo non solo la Russia.

Non lo sono sessantasette i Paesi che, pur invitati, non sono andati proprio al summit sulla pace in Ucraina – tra i più importanti la Cina, il Pakistan, l’Iran, la Nigeria, la Malesia, l’Egitto, l’Algeria, Taiwan, la Siria, la Bielorussia, tutte le repubbliche centroasiatiche ex sovietiche, il Venezuela – e non lo sono ben 14 Paesi che erano tra i 93 partecipanti all’appuntamento voluto dalla Svizzera che hanno scelto di non firmare il documento finale. E cioè l’India (che ha partecipato all’ultimo momento), il Brasile (che ha mandato solo un osservatore) e poi Sudafrica, Indonesia, Emirati Arabi, Armenia, Giordania. Messico, Colombia, Arabia Saudita, Bahrain, Libia, Thailandia e Vaticano. Come dire che non si è riusciti ad avere l’unanimità neppure dei presenti. E i sì di Turchia, Ungheria, Serbia, Slovacchia e Moldavia, sono una magra consolazione.

I Brics e il Sud del mondo, se non sono ostili apertamente all’Ucraina, a maggioranza asssumono una posizione attendista, che di fatto favorisce il Cremlino. Il documento, di per sé, va detto, dice cose ovvie. Ribadisce "i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina, all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti" e invita a usare la Carta dell’Onu, come base per una trattativa di pace. "Crediamo che la pace richieda partecipazione e dialogo tra tutte le parti", aggiunge il comunicato finale. Logico. Ma Mosca la pensa diversamente: è disposta a trattare solo alle sue condizioni: poter vincere.

"Zelensky dovrebbe pensare all’offerta di pace di Putin perché la situazione militare a Kiev è peggiorata" afferma Dmitry Peskov, il portavoce del presidente russo, che getta poi un altro macigno sulla strada del negoziato affermando che "il presidente Putin non rifiuta i negoziati con l’Ucraina, ma il loro esito deve essere approvato dal legittimo governo ucraino. E Volodymyr Zelensky non appartiene a questa categoria" .

Zelensky ha comunque scelto di incamerare i sostegni avuti e legge il vertice con spirito positivo. "Alcuni Paesi – ha detto – hanno deciso di non firmare, dobbiamo rispettare le opinioni di tutti: arriveranno". Zelensky si è poi soffermato sull’assenza di Pechino. "Rispettiamo – ha detto – la Cina e la sua integrità territoriale, chiediamo che Pechino rispetti la nostra. Non abbiamo mai detto che la Cina è nostra nemica, abbiamo un solo nemico: Putin. E io vorrei che la Cina fosse nostra amica".

Da parte sua l’Occidente ha liquidato la proposta di Putin come irricevibile e guarda avanti. "La conferenza di Lucerna – ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – non era un negoziato di pace perché Putin insiste sulla capitolazione, proponendo condizioni oltraggiose. La pace non sarà raggiunta in un colpo solo. Dovremo continuare a lavorare e nel frattempo a sostenere l’Ucraina". E l’Italia c’è. "Pace – ha detto le premier Giorgia Meloni –non significa resa. Confondere la pace con sottomissione sarebbe pericoloso per tutti. Per questo, caro Voldymyr, son qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario". E a occhio non ne servirà certo poco.