Venerdì 13 Settembre 2024

Strangolata e messa nel frullatore: così l’ex modella svizzera Kristina Joksimovic è stata uccisa dal marito

Il ritrovamento del corpo a febbraio aveva portato all’arresto del coniuge. Una nuova sentenza ha fatto emergere i terribili particolari dell’omicidio

Kristina Joksimovic era un'ex modella e una 'catwalk coach' (Facebook - The Catwlak Coach)

Kristina Joksimovic era un'ex modella e una 'catwalk coach' (Facebook - The Catwlak Coach)

Roma, 12 settembre 2024 – Strangolata dal marito, poi fatta a pezzi e sminuzzata in un frullatore: sono questi i nuovi atroci particolari che sono emersi riguardo l’omicidio dell’ex modella svizzera Kristina Joksimovic.

Il corpo dell’ex finalista di Miss Svizzera era stata ritrovato a febbraio di quest’anno nella sua abitazione a Binningen, vicino a Basilea. In seguito alle indagini, il marito è stato arrestato con l’accusa di omicidio. Il giornale locale BZ Basel scrive che una recente sentenza, la quale respinge la richiesta di scarcerazione dell’uomo, ha portato a galla nuovi particolari sulla dinamica omicidiaria.  

Secondo i documenti pubblicati dal Tribunale Federale di Losanna, l’imputato ha ammesso di aver ucciso la moglie durante una ricostruzione condotta dagli inquirenti a marzo. Il 41enne ha sostenuto di aver agito per legittima difesa, in quanto Joksimovic lo avrebbe attaccato con un coltello. Una versione che smentisce le prime dichiarazioni dell’uomo, che aveva raccontato precedentemente in aula di aver trovato la moglie morta e di averla smembrata nella lavanderia di casa in preda al panico.

Il rapporto medico-legale, citato da BZ Basel, contraddice entrambe le confessioni: secondo la perizia la donna è stata prima strangolata e poi fatta a pezzi con un seghetto, un coltello e delle cesoie da guardino. Alcune parti del corpo sono state poi inserite in un frullatore e tritate, per essere sciolte infine in un composto chimico. Secondo la corte, l'intera dinamica indica una forte propensione alla violenza da parte dell’imputato, motivo per cui gli è stata rifiutata la scarcerazione. 

Secondo lo stato attuale delle indagini, ci sono “indizi concreti di malattia mentale nell'autore del crimine”, si legge nella sentenza del Tribunale federale. Gli interrogatori della Procura hanno anche rivelato che l'uomo era già stato violento prima dell'omicidio: avrebbe afferrato una ex compagna per il collo, l'avrebbe colpita e spinta contro il muro. Anche la moglie era già stata strangolata più volte. La coppia aveva due figli.