Domenica 22 Dicembre 2024
LOREDANA DELNINNO
Esteri

Gravidanza fai da te. Compra sul web il kit per avere un bebè. "Ora sono mamma"

Polemiche e interrogativi per la scelta di una 24enne londinese "Essere madre era un mio desiderio, ma non volevo rapporti con uomini" L ’avvocato Gassani: procedura legale ma esistono rischi

Bailey Ennis, 24 anni, e il piccolo Lorenzo nato lo scorso luglio

Londra, 17 agosto 2022 - Il desiderio più grande di Bailey Ennis, 24enne single londinese, era diventare madre. Un sogno accarezzato sin dai tempi dell’adolescenza e realizzato grazie a un kit per l’inseminazione ’fai da te’ acquistato on line per 30 euro. Bailey è rimasta incinta al primo tentativo e lo scorso luglio è nato il piccolo Lorenzo. "Come donna gay – ha spiegato la neomamma – ho sempre saputo che avrei dovuto ricorrere alla fecondazione artificiale. Volevo un bambino ma nessuna relazione con un uomo. Così ho selezionato un donatore di sperma su un sito specializzato che aveva una buona cartella clinica e aveva già aiutato due coppie Lgbtq".

"Dopo a vere ottenuto il suo consenso e raggiunto un accordo – prosegue la 24enne – lo scorso settembre ci siamo incontrati a casa mia. Lui mi ha aiutato a usare il kit: coppette sterili, siringhe, test di ovulazione. È stato davvero facile. Non c’è stato alcun imbarazzo. Dopo poche settimane è arrivata la conferma. Ero incinta". Ennis ha postato sui social tutte le fasi della sua gravidanza, "per sostenere – ha dichiarato – le madri single come me". Ma la sua scelta – che ha suscitato reazioni e interrogativi non solo in Inghilterra – sarebbe possibile nel nostro Paese?

"La Corte costituzionale – afferma l’avvocato Gian Ettore Gassani, esperto in Diritto di famiglia – autorizza in Italia il ricorso alla fecondazione assistita a condizione che ci sia l’impossibilità assoluta di procreare naturalmente e la presenza durante la procedura di personale medico. Acquistare un kit ’fai te’ liberamente su internet, non è proibito, ma espone da un punto di vista legale a diversi rischi. Il primo è che il donatore possa nel tempo avanzare richieste sul riconoscimento di paternità del minore. Le cliniche specializzate, garantendo l’anonimato, impongono invece a chi cede il proprio sperma un severo protocollo che include, oltre a rigidi controlli sanitari, la firma di una dichiarazione di rinuncia a ogni diritto futuro sul nascituro. I siti che commercializzano i kit ’fai da te’ sono spesso ’terra di nessuno’ e non offrono specifiche garanzie. Hanno però l’indubbio vantaggio di essere di gran lunga più economici rispetto alla cliniche specializzate, ragion per cui risultano molto attrattivi, ma bisogna mantenersi cauti".

Nutre diverse perplessità Alessandra Graziottin, responsabile del Centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati a Milano. "L’acquisto di kit per la fecondazione ’fai da te’ – sottolinea –, anche se non esistono ancora stime precise, risulta una pratica piuttosto diffusa nei Paesi del nord Europa. Nel caso della ragazza inglese trovo singolare il ricorso alla procedura considerata la sua giovane età. Normalmente sono tecniche predilette da donne intorno ai 35-40, con una ridotta capacità procreativa, non necessariamente omosessuali. In merito alla sicurezza, anche se non è una conseguenza automatica, il minore investimento economico rischia di compromettere l’esecuzione di screening adeguati per valutare la salute della donna e la compatibilità genetica tra i due genitori, oltre alla presenza di malattie sessualmente trasmissibili".

Dubbi che non sfiorano Bailey, al settimo cielo, seriamente intenzionata a ripetere l’esperienza. "Il donatore – fa sapere – ha detto che è pronto ad aiutarmi ad avere un altro bambino. E se vorrà un giorno potrà riconoscere anche Lorenzo".