Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Chi è il generale Kirilo Budanov e perché è sospettato per l’attacco al Cremlino

Capo delle spie di Kiev, ha 37 anni e una grande ambizione. Cosa pensano di lui gli americani. Perché Mosca lo vuole morto

Kirilo Budanov, generale capo delle spie di Kiev

Kiev, 3 maggio 2023 – Attacco al Cremlino: ecco perché tra i sospettati c’è Kirilo Budanov, il generale ragazzino, capo delle spie ucraine (Gur).

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Chi è il generale Kirilo Budanov

Kirilo Budanov, 37 anni, capo dei servizi di intelligence di Kiev, è un nome che ricorre spesso nei rapporti della Cia.

Descritto come molto ambizioso, negli ultimi giorni la stampa inglese e Usa ha parlato di lui come di un possibile regista degli attacchi di Kiev alla Russia a colpi di droni.

Budanov è nato il 4 gennaio 1986 a Kiev (URSS) e si è laureato nel 2007 nell’accademia militare di Odessa. Ha combattuto nel Donbas, dove è stato ferito diverse volte. Ha svolto diversi incarichi nelle unità speciali ucraine, ma le informazioni a riguardo sono classificate.

Il 5 agosto 2020, il presidente dell’Ucraina lo mette a capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. 

Budanov coordina anche le operazioni di scambio di prigionieri e il trattamento dei prigionieri di guerra russi. Nel settembre 2022, ha partecipato all’operazione che ha riportato a casa 215 soldati ucraini, tra cui 100 del reggimento Azov, compresi i comandanti, scambiati con 55 soldati russi e il capo della rete di collaborazionisti filo- russi Viktor Medvedchuk.

Anche papa Francesco, che era stato coinvolto nella trattativa per la liberazione dei prigionieri, ha raccontato di avere incontrato un “capo militare ucraino”. In seguito si é capito che quell’ufficiale era proprio Budanov.

Pioggia di droni russi sull’Ucraina, alcuni con la scritta “Per il Cremlino”

Budanov e Mosca

"Sembra più interessato a colpire Mosca che a vincere la guerra”, è il giudizio riportato sui media e attribuito a un alto funzionario Usa. Il presidente Zelensky, trapela, più volte avrebbe dovuto frenarlo.

Il Washington Post ha rivelato che l’Ucraina avrebbe annullato degli attacchi di massa in territorio russo, Mosca inclusa, proprio su richiesta di Washington. Le azioni erano programmate per il primo anniversario dell’invasione.

Le parole di Budanov

“Chiunque abbia commesso crimini di guerra o contro l’umanità in Ucraina, compresi lo stupro e l’omicidio di civili e bambini, sarà trovato e distrutto in qualsiasi parte del mondo”, ha dichiarato pochi giorni fa il ‘generale ragazzino’, aggiungendo che l’Ucraina “ha abbastanza forze e mezzi propri” per fare questo.

Perché Mosca lo vuole morto

Il 4 aprile 2019 il generale scampò a un attentato di Mosca. I servizi segreti russi cercarono di assassinarlo a Kiev. L’auto Chevrolet di Budanov saltó in aria. La bomba, peró esplose prima del tempo e l’agente russo Aleksey Lomaka perse una mano. Gli attentatori furono catturati e l’ufficiale scampato all’attentato volle interrogare personalmente il capo dei sicari mandati per ucciderlo.

Quando la brillante giornalista televisiva Natalia Moseichuk chiese a Budanov in una intervista che cosa si fossero detti, lui rispose con un sorriso a labbra strette: “E’ stata una conversazione tra professionisti”. Come dire: “Anche io sono addestrato a uccidere i nemici, quindi rispetto un nemico che ha cercato di farmi fuori”.

Il sabotaggio in Crimea durante la visita di Putin

L’attentato del 2019 era stata la risposta per il sabotaggio orchestrato dal generale tra il 6 e l’8 agosto del 2016, in Crimea nella città di Armyansk, in occasione della visita di Putin. L’operazione, che doveva rovinare la festa al presidente russo, andó male perché il commando ucraino fu scoperto. Ci furono due conflitti a fuoco: un tenente colonnello del FSB (il nuovo KGB) e un caporale dell’esercito rimasero uccisi nel tentativo di catturare i sabotatori.

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Il ponte di Kerch

Il 16 giugno 2022 il servizio di intelligence di Budanov aveva pubblicato su Internet i disegni tecnici del ponte di Kerch fra Crimea e Russia. Questo messaggio uscito mesi prima, é stato poi letto come una minaccia: “E’ un nostro bersaglio, prima o poi ce ne occuperemo”. Infatti, l’8 ottobre il ponte venne stato danneggiato da un’esplosione.