Roma, 29 ottobre 2024 – Kim Jong Un è in pericolo, e la Corea del Nord rafforza la sicurezza attorno al suo leader: questo è quanto emerge da una discussione tra i parlamentari di Seul e gli esperti dell’intelligence sudcoreana. Il regime avrebbe timore di “possibili tentativi di omicidio tramite l'uso di veicoli di disturbo delle comunicazioni e apparecchiature di rilevamento dei droni”. D’altronde, rispetto agli anni passati, Kim è sempre più coinvolto in impegni pubblici: solo quest’anno ne ha portati a termine 110, il 60% in più rispetto all’anno scorso.
Ma non è l’unica novità che spunta dal report del National intelligence service di Seul. Qualcosa in Corea del Nord sta cambiando, ovviamente nel ‘segno di Kim’. Pyongyang sembra aver abbandonato il calendario Juche, ovvero quello che conta gli anni dalla nascita del primo leader nordcoreano, Kim Il Sung, nonno dell’attuale. Una figura sempre rimasta fulcro della propaganda del Paese, specie considerando che, nonostante sia morto dal 1994, è ancora formalmente capo di Stato con il titolo di “presidente eterno”. Ancora per poco? Difficile a dirlo, ma la mossa – profondamente simbolica – va letta come un tentativo di Kim Jong Un di accaparrarsi la centralità sulla scena propagandistica del regime, mostrandosi come ‘unica guida’.
Ma ciò non vuol dire che non ci sia attenzione per la successione, che anzi sembra essere un tasto molto importante per il leader. Secondo gli analisti sudcoreani, il ruolo della figlia prediletta di Kim, Ju Ae, sarebbe stato ulteriormente “elevato”, come dimostrato dalle sue numerose apparizioni pubbliche. Una in particolare ha destato grande peso simbolico: quella che ha visto la bambina – che dovrebbe avere tra gli 11 e i 12 anni – essere scortata dalla potente zia, Kim Yo Jong, ritenuta essere ‘braccio destro’ del fratello.
Ma nella giornata in cui la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son Hui è partita per una visita ufficiale in Russia, il report si è soffermato anche sui rapporti tra Pyongyang e il Cremlino. Si continua infatti a parlare del coinvolgimento di numerosi soldati nordcoreani sul fronte ucraino, a fianco dell’esercito russo. Per la prima volta ufficialmente si parla di una “mobilitazione” che è gia “in corso”: in altre parole, militari del regime di Kim sarebbero già impiegati nei territori occupati dell’Ucraina. Il Nis ha affermato che l'esercito di Mosca sta insegnando un centinaio di termini militari in russo ai soldati nordcoreani, prendendo atto di segnalazioni di apparenti difficoltà di comunicazione dovute alla barriera linguistica. E la visita della ministra a Mosca presagisce l’invio di altre truppe.