Lunedì 23 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Kiev lancia in Russia i primi razzi Usa. Raid in Ucraina, jet Nato in volo. Tajani: rischio terza guerra mondiale

Attacco con armi occidentali nella regione di Belgorod. Mosca bombarda Kharkiv: 6 morti e 25 feriti. L’Italia promette nuovi aiuti a Kiev. Il ministro degli Esteri: "Basta un piccolo errore per effetti nefasti".

Kiev lancia in Russia i primi razzi Usa. Raid in Ucraina, jet Nato in volo. Tajani: rischio terza guerra mondiale

Roma, 2 giugno 2024 – L’Ucraina ha effettuato nelle prime ore di ieri il primo attacco con armi fornite dall’Occidente sul suolo della Russia. Da una postazione a sud-ovest di Vovchansk, nella regione di Kharkiv, sono stati lanciati dodici razzi Gmlrs del sistema missilistico multiplo M142-Himars – in pratica due “pod“ da 6 razzi, con due mezzi lanciatori coinvolti – fornito dagli americani.

I razzi sono stati sparati verso la regione di Belgorod, una cinquantina di chilometri a nord. Dieci sarebbero stati intercettati dall’antiaerea e due sarebbero giunti sull’obiettivo, che sarebbe il nuovissimo aeroporto costruito dalle forze armate russe a 9 chilometri dal villaggio di Alexeyevka e che con la sua pista di 1.800 metri serve un centro logistico dell’esercito che è cruciale nell’offensiva russa nella regione di Kharkiv. Si concretizza così la prima attivazione pratica del via libera americano e tedesco ad attacchi nella regione di Kharkiv, mentre molti altri Paesi, Gran Bretagna e Francia su tutti, non hanno posto limiti geografici agli attacchi ucraini sul suolo russo. E il via libera di Londra e Parigi è significativo perché mentre Washington, sia pure autorizzando l’uso dei lanciarazzi multipli Himars ha negato l’autorizzazione all’uso dei missili Atcams. Gran Bretagna e Francia hanno dato il via libera all’uso in Russia dei missili da crociera Storm Shadow/Scalp, che hanno un gittata di ben 550 chilometri e quindi possono tranquillamente colpire Kursk o Voronez (e ben oltre).

Gli ucraini hanno almeno 22 obiettivi militari appena al di là della frontiera e un’altra decina poco oltre, attorno a Belgorod, tutti raggiungibili con Himars e M270. E poi ci sono basi dell’esercito e aeroporti, tra 100 e 300 chilometri di distanza dal confine, che potranno essere raggiunti dagli Storm Shadow/Scalp.

L’Italia, che pure ha fornito a Kiev gli Storm Shadow, si è chiamata fuori. "Il nostro sostegno all’Ucraina è incondizionato e stiamo per inviare un altro pacchetto di aiuti militari – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani –, ma le scelte e le dichiarazioni di Scholz sull’uso delle armi tedesche in territorio russo non sono le nostre. Bisogna fare attenzione perché i rischi di una terza guerra mondiale aumentano se non si fa attenzione. Basta un piccolo errore per conseguenze nefaste". E il no all’uso di armi italiane in Russia è ovviamente condiviso dalla Lega ma anche da FdI, Pd, M5s, Alleanza Verdi e Sinistra.

Il primo utilizzo delle armi occidentali sul suolo russo è avvenuto in concomitanza con l’ennesima ondata di attacchi missilistici russi contro le infrastrutture militari, energetiche e civili (6 i morti e 25 i feriti ieri a Kharkiv) ucraine. L’Aeronautica ucraina ha riferito di attacchi con 53 missili e con 47 droni, 46 dei quali intercettati. Abbattuti 30 missili Kh-01, 4 Kalibr e un missile Iskander.

L’attacco russo ha colpito anche l’aeroporto militare vicino alla città di Stry, nella regione di Leopoli nel quali secondo i russi "le forze armate ucraine si stavano preparando a ricevere i caccia F-16 della Nato". L’aeroporto è a 80 chilometri dal confine polacco e visto l’arrivo di una selva di missili russi la difesa aerea di Varsavia ha messo in preallarme l’antiaerea missilistica e ha fatto levare in volo due coppie di caccia, "dell’aviazione polacca e alleata (F35 americani, ndr)" per abbattere eventuali missili russi che sconfinassero. Dopo tre ore "e una lunga e impegnativa notte di lavoro per il sistema di difesa aerea polacco", l’allarme è rientrato.