Vienna, 6 gennaio 2025 – Dopo più di tre mesi, l’Austria ha un nome per la carica di cancelliere: il presidente della Repubblica Alexander van der Bellen ha annunciato di aver offerto al leader dell’estrema destra Herbert Kickl l’incarico di formare il nuovo governo. È il capo del Partito della libertà (Fpo), che ha vinto le elezioni dello scorso settembre con il 28,8% dei voti, staccando di due punti i moderati del Partito popolare (Ovp) e di quasi otto punti il Partito socialdemocratico (Spo). La notizia dell’incarico arriva a pochi minuti dalla fine di un colloquio tra van der Bellen e Kickl al palazzo di Hofburg.
Per mesi si è tentato di tenere viva la coalizione che esprime l’attuale premier Karl Nehammer, composta da Ovp e Spo. Tuttavia, visto il crollo di entrambi i partiti, per governare sarebbe stato necessario anche il supporto della formazione centrista Neos, che si è tirata indietro pochi giorni fa a causa dei troppi dissapori con popolari e socialdemocratici.
Kickl potrebbe puntare a una coalizione di governo con l’Ovp, come suggerito da van der Bellen. Un compito che sembra al momento in salita. In un discorso televisivo per annunciare la nomina ai cittadini, anche il capo dello Stato ha ricordato infatti l’esistenza di un “cordone sanitario” tra popolari, socialdemocratici e centristi volto proprio a tenere lontana l’estrema destra dall’esecutivo. Sottolineando di non “prendere con leggerezza il passo” di nominare Kickl cancelliere in pectore, ha comunque assicurato il suo impegno nel garantire “il rispetto dello stato di diritto”.
Contestualizzando la storia politica austriaca, il successo dell’Fpo non è una svolta assimilabile a quella di Alternative fur Deutschland in Germania: il Partito della libertà è stato fondato nel lontano 1956 – dall’ex ministro dell’Agricoltura nazista ed Ss Anton Reinthaller – e ha preso parte a varie coalizioni di governo, l'ultima volta tra il 2017 e il 2019. Kickl e il suo partito hanno posizioni critiche sull’immigrazione e sull’Islam. Il suo obiettivo è rendere le leggi sull’asilo politico così restrittive da impedire virtualmente a chiunque di ricorrervi. Ritenuto vicino alla Russia di Putin, Kickl ha etichettato l’obbligo vaccinale contro il Covid-19 come “apartheid sanitario”.