Sabato 14 Dicembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Khamenei accusa Israele e Usa di complotto in Siria, dubbi sul futuro della Resistenza

Khamenei accusa Israele e Usa di complotto in Siria. Critiche all'esercito siriano e ottimismo per la Resistenza.

Iran al bivio. Nucleare o distensione. Con Trump all’orizzonte

Khamenei accusa Israele e Usa di complotto in Siria. Critiche all'esercito siriano e ottimismo per la Resistenza.

"Quanto è accaduto in Siria è il risultato di un complotto ordito congiuntamente da Israele e Usa". Un Paese confinante alla Siria ha pure avuto un ruolo e lo sta ancora svolgendo. Ma i cospiratori principali sono gli Stati Uniti ed i sionisti": all’indomani della fuga da Damasco di Bashar Assad il leader iraniano Ali Khamenei – che per anni ha sostenuto il suo regime, militarmente ed economicamente – non pare aver niente da rimproverarsi dopo che uno dopo l’altro anche gli altri alleati nella regione (Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e Houthi nello Yemen) hanno patito pesanti perdite sotto gli attacchi israeliani.

Su X il leader iraniano ha piuttosto recriminato per la scarsa efficienza delle forze armate siriane. "L’esercito locale ha mostrato debolezza, non c’era niente che avremmo potuto fare in loro vece". Sulla stessa lunghezza di pensiero il Capo delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran, Hossein Salami, ha rivelato che i progetti del leader di Hayat Tahrir a-Sham (Ths), Abu Muhammad al-Jolani, erano giunti a conoscenza dei Pasdaran e che il governo siriano era stato avvertito per tempo. "Ma fra di loro mancava la volontà di combattere. Abbiamo visto il risultato".

Sempre su X, Khamenei tuttavia ha ostentato ancora una dose di ottimismo. "Il Fronte della Resistenza – ha ribadito, riferendosi alle milizie filo-iraniane della regione – non può essere distrutto". Quale futuro allora per la Siria? "I territori che sono stati catturati saranno liberati dai coraggiosi giovani siriani. Non c’è dubbio alcuno".

In un intervento pubblico Salami ha chiarito che i Pasdaran non intendono andare a combattere in un Paese straniero. "Occorre tenere conto della realtà sul terreno", ha aggiunto. Teheran si trova ad un bivio. Secondo diversi esperti l’indebolimento dell’Asse della Resistenza potrebbe indurre l’establishement militare ad accelerare i tempi nel programma nucleare. Altri invece ritengono che il presidente riformista Masoud Pezeshkian punti a una politica distensione con i Paesi sunniti del Golfo, fra cui l’Arabia Saudita, anche per inserirsi negli schemi di Donald Trump. Ma secondo i media americani, il presidente eletto valuta di bombardare le infrastrutture nucleari iraniani per impedire a Teheran di arrivare alla bomba.