Sydney, 20 marzo 2021 - Per 18 anni ha pianto la morte dei suoi quattro figli da dietro le sbarre di un carcere australiano. Per il giudice li aveva uccisi lei, soffocandoli nel sonno: non sopportava il loro pianto - era stata la ricostruzione - non accettava l'intrusione dei piccoli nella sua vita sociale. Una sentenza che aveva messo il carico al suo dolore. Eppure ora, 18 anni dopo, salta fuori che Kathleen Folbigg, la 'mamma-mostro', condannata in appello a 30 anni di reclusione nel 2003, potrebbe essere innocente, così come si era sempre dichiarata. La Cnn pubblica in un lungo articolo le nuove prove scientifiche emerse sul caso Folbigg: i quattro bebè, tra il 1989 e il 1999, potrebbero essere morti per un grave difetto genetico. Ereditato, amara ironia della sorte, proprio dalla madre.
Kathleen oggi ha 53 anni e non potrà mai più essere mamma. Nei 18 anni vissuti col marchio dell'infanticida, si è sempre protestata innocente. Senza tentennamenti, ha sempre detto che non aveva fatto nulla ai suoi bimbi: Patrick (di otto mesi) morto nel 1991, Sarah (11 mesi) che se n'è andata nel 1993 e Laura (19 mesi) deceduta nel 1999. E non c'entrava nulla, ha sempre detto, neppure con la morte del piccolo Caleb, che ha esalato l'ultimo respiro nel 1989, quando aveva solo 19 giorni di età. Per questo era stata condannata 'solo' per omicidio preterintenzionale.
Adesso i test genomici mostrano che almeno due dei bambini sono morti a causa di una mutazione genetica precedentemente sconosciuta che ha portato a complicazioni cardiache: il che vuol dire, commenta la Cnn, che Folbigg potrebbe essere stata ingiustamente incarcerata per quasi 20 anni. La scoperta ha spinto 90 scienziati - tra cui due premi Nobel australiani - a chiedere al governatore del Nuovo Galles del Sud di concedere la grazia a Folbigg. E se questo accadrà, il suo caso passerà alla storia come uno dei peggiori errori giudiziari mai commessi in Australia.
La storia giudiziaria è lunga e dolorosa.
Quattro morti in 10 anni
Tutto inizia nel 1989 quando l'allora 21enne Kathleen, appena sposata con Craig Folbigg, dà alla luce il suo primo figlio Caleb che muore 19 giorni dopo per cause inspiegabili, la cosiddetta sindrome della morte in culla. Nel 1990 arriva un secondo bimbo, Patrick, apparentemente sano, che muore a otto mesi per le conseguenze di un'inspiegabile Alte (Apparent Life-Threatening Event), con interruzione dell'attività respiratoria e danni cerebrali. Ma la drammatica serie di eventi continua e a dieci mesi muore la terza figlia Sarah e poi nel 1999 la quarta, Laura, che ha 18 mesi.
Le indagini, la condanna, il diario
A questo punto la polizia inizia a indagare e nel 2001 arresta la donna anche a causa di un misterioso diario trovato dall'ormai ex marito e consegnato agli inquirenti. L'accusa è pesantissima: quattro infanticidi. E anche se non ci sono prove e la donna si dichiara innocente, nel 2003 arriva la condanna a 30 anni, confermata in appello. Uno degli elementi sui quali si basa il pubblico ministero è il diario della donna, disperata per aver perso i suoi figli. Secondo i giudici, riporta la Cnn, il quaderno contiene ammissioni virtuali di colpevolezza. "Mi sento come la peggiore madre su questa Terra, spaventata che (Laura) mi lascerà ora, come ha fatto Sarah. Sapevo che a volte ero irascibile e crudele con lei e se n'è andata, con un pò 'di aiuto - scrive la donna - Non può succedere di nuovo. Mi vergogno di me stessa. Non posso parlarne (a mio marito) perché avrà paura di lasciarla con me".
La sequenza del genoma
Nel 2015 la svolta. Gli avvocati di Kathleen presentano una petizione al governatore del Nuovo Galles del Sud chiedendo una nuova indagine e viene sequenziato il genoma della donna. Si scopre una mutazione sconosciuta in precedenza che può causare problemi cardiaci nei bimbi piccoli. Viene poi sequenziato il genoma di tutti e quattro i bambini, e in quello delle due femmine viene trovata la stessa mutazione della madre. In quello dei due maschietti un'altra rarissima mutazione, forse ereditata dal padre che però non ha voluto fornire campioni ai ricercatori. E di fronte al rifiuto del giudice di riaprire l'inchiesta entrano in campo scienziati ed esperti che hanno presentato una petizione con la richiesta di grazia per Kathleen.