Nel videomessaggio che ha fatto il giro del mondo Kate Middleton ha parlato in prima persona delle sue condizioni di salute, ma restano ancora tanti interrogativi: che tipo di tumore potrebbe avere la principessa del Galles, e quali sono le cure più adatte? Ne parliamo con Claudio Zanon, chirurgo oncologo, direttore scientifico di Motore Sanità, che abbiamo avvicinato ieri al World Health Forum promosso dall’Università di Padova con la Regione Veneto in vista del G7 della Salute.
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Dottore, cosa sappiamo della malattia che affligge l’amatissima moglie dell’erede al trono inglese?
"Da quanto è stato scritto sui giornali e dichiarato dalla stessa principessa Middleton, l’intervento che ha subito per un cancro addominale, seguito da ileostomia, potrebbe essere dovuto a un tumore del colon di sinistra o del retto. Questo possiamo affermarlo perché normalmente le ileostomie temporanee si eseguono per proteggere le anastomosi chirurgiche più difficoltose da guarire, data la vascolarizzazione e infiammazione dei tessuti coinvolti".
Si potrebbe ipotizzare, in alternativa, un tumore pelvico di natura ginecologica?
"Questa è un’altra delle ipotesi, un carcinoma dell’ovaio che ha inglobato il colon, ma normalmente il tumore ovarico non implica una terapia adiuvante dopo asportazione, ma una terapia di consolidamento, mentre da quel che si è potuto capire dalle notizie arrivate da Londra, la chemio prescritta ha lo scopo di scongiurare possibili disseminazioni metastatiche. Esiste anche un’altra situazione che colpisce i giovani, la rara sindrome di Lynch, caratterizzata da mutazione di origine ereditaria, che colpisce principalmente il colon destro, ma è poco plausibile, l’ipotesi prevalente è quella di un tumore sporadico del colon retto".
La diagnosi di tumore in una persona giovane fa sempre scalpore, come si spiega?
"Sappiamo che il tumore del colon colpisce persone solitamente più anziane, ma oggi si vede un aumento di incidenza dei tumori sporadici nei giovani (dati Aiom Cipomo, ndr ) che non è in rapporto agli stili di vita".
Dopo l’intervento si eseguono oggi terapie sofisticate, sentiamo parlare di anticorpi monoclonali come pembrolizumab, trastuzumab, bevacizumab e via dicendo. Cosa possiamo aspettarci dai progressi della farmaceutica?
"Naturalmente oggi con chemio e immunoterapia le possibilità di guarigione sono notevolmente aumentate, calano le recidive, abbiamo validi protocolli, anche indipendenti dalla caratterizzazione molecolare del cancro".
Come affrontare i drammi in famiglia?
"Occorre cautela nel comunicare le notizie, a partire dai figli, si deve cercare di spiegare che la madre ha avuto un problema grande, ma con le cure adeguate questo problema si può trattare, e negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento notevole delle guarigioni. Alcuni tumori come nel caso del pancreas hanno una prognosi purtroppo ancora oggi spesso infausta, e ci stiamo ancora tanto adoperando nella ricerca sul cancro, ma in generale i progressi in medicina sono sostanziali".