Islamabad, 7 agosto 2019 - Per la stampa pachistana Nuova Delhi “sta giocando col fuoco”. Forse sarebbe meglio dire con l’atomo, visto che Islamabad è una potenza nucleare al pari della stessa India. Spigolature a parte, negli ultimi giorni la tensione fra i due Paesi è salita alle stelle dopo la decisione del premier nazionalista indiano, Narendra Modi, di revocare l’autonomia del Kashmir.
La regione a maggioranza musulmana è stata al centro di quattro conflitti dal lontano 1947, anno in cui il maragià Hari Singh accettò di cedere il suo territorio a Nuova Delhi in cambio di una dominazione calmierata. La storia racconta di guerre sanguinose, con migliaia di morti che rischiano tuttavia di essere nulla in confronto a un eventuale scontro nucleare. Il Pakistan si è detto pronto a tutto pur di difendere gli interessi dei musulmani del Kashmir. Oggi Islamabad ha provveduto ad espellere l'ambasciatore indiano, una mossa che va di pari passo con la decisione di sospendere i rapporti commerciali tra i due Stati confinanti. Nel frattempo nella regione si susseguono le manifestazioni di protesta, culminate con l'uccisione di un dimostrante. A Lahore, in Pakistan, le proteste hanno preso di mira il premier dell'India Modi: suoi poster sono stati dati alle fiamme insieme a diverse bandiere indiane.
Impossibile prevedere fin dove possa spingersi l'escalation di tensione. Le ostilità sono riemerse il 14 febbraio scorso a causa di un attentato commesso da un kamikaze jihadista contro un convoglio di forze paramilitari indiane nel Kashmir meridionale. Morirono 40 soldati. Nuova Delhi rispose con un raid aereo in territorio pachistano, nei pressi di Balakot, che aveva come obiettivo dichiarato una base di Jaish-e-Mohammed, l’organizzazione terrorista che aveva rivendicato l’attentato. Da par suo l’aviazione di Islamabad rispose sconfinando in territorio indiano, abbattendo un jet nemico e catturandone il pilota. E' stato il primo scontro aereo tra i due Paesi in cinquant’anni. Il pilota fu presto restituito all’India, ma l'incidente avvenne in piena campagna elettorale.con Modi che non perse l’occasione per accentuare ulteriormente il nazionalismo della sua propaganda, promettendo ai sostenitori la totale annessione del Kashmir. Un impegno che, rieletto con una maggioranza schiacciante, ha mantenuto. Senza sconti.