Venerdì 8 Novembre 2024

Chi è Kara-Murza, l’oppositore di Putin condannato a 25 anni di carcere. “Avvelenato due volte”

Era stato arrestato nell’aprile 2022 per aver criticato le politiche del Cremlino e la guerra in Ucraina. Il grido dopo la sentenza: “La Russia sarà libera”. Onu e Gran Bretagna - che ha convocato l’ambasciatore russo – chiedono il rilascio

Mosca, 17 aprile 2023 – “La Russia sarà libera, ditelo a tutti”. Lo ha gridato oggi in aula il dissidente Vladimir Kara-Murza dopo la lettura della sua condanna a 25 anni di reclusione per tradimento. Lo riporta su Twitter il media bielorusso Nexta.

Vladimir Kara-Murza condannato a 25 anni
Vladimir Kara-Murza condannato a 25 anni

Le accuse

Kara-Murza è stato condannato con la pena chiesta dall'accusa di 25 anni in un penitenziario di massima sicurezza, ha dichiarato la commissione giudiziaria presieduta dal giudice Sergei Podoprigorov in un comunicato diffuso da Interfax. Kara-Murza è stato giudicato colpevole di tradimento, "diffusione di informazioni consapevolmente false sulle azioni delle forze armate russe e collaborazione con un'organizzazione indesiderabile in Russia”, reato introdotto con un emendamento dopo l'inizio dell'offensiva contro l'Ucraina.

La difesa di Kara-Murza ha dichiarato di voler impugnare la sentenza in appello. Kara-Murza, che detiene la cittadinanza russa e britannica e ha studiato all'Università di Cambridge, è stato arrestato nell'aprile 2022 e accusato di aver diffuso false informazioni sull'esercito russo in Ucraina. Successivamente è stato anche accusato di "alto tradimento” per una serie di discorsi pubblici che ha fatto in cui criticava le politiche del Cremlino e la guerra in Ucraina.

Il Cremlino, secondo quanto detto dal portavoce Dmitry Peskov, “non commenta mai le decisioni di un tribunale. Sapete che non commentiamo mai le decisioni dei giudici e non lo faremo nemmeno questa volta", ha ribadito Peskov ai giornalisti, secondo quanto si legge sulla Ria Novosti.

La sfida a Putin 

La sentenza, osserva il Guardian, è la condanna più lunga mai inflitta a un oppositore politico di Vladimir Putin mentre il Cremlino intensifica ulteriormente la sua repressione del dissenso. In un discorso finale alla corte la scorsa settimana, Kara-Murza ha assunto un tono di sfida, ha rifiutato di chiedere alla corte di assolverlo e ha detto di sostenere tutto ciò che aveva detto. "Incolpo me stesso solo per una cosa - ha detto Kara-Murza, 41 anni e 3 figli -. Non sono riuscito a convincere abbastanza i miei compatrioti e i politici nei Paesi democratici del pericolo che l'attuale regime del Cremlino rappresenta per la Russia e per il mondo”.

Chi è Kara-Murza: avvelenato due volte

Vladimir Kara- Murza, 41 anni, è uno storico e giornalista, collaboratore di Boris Nemtsov - l'ex vicepremier ucciso sotto le mura del Cremlino nel 2015. Da vent’anni è impegnato in politica. E’ stato tra i promotori in Occidente del cosiddetto Magnitsky Act, la legge approvata per la prima volta dagli Stati Uniti nel 2012 e consente a Washington di sanzionare funzionari russi sospettati di violazioni dei diritti umani. Da allora, numerosi altri Paesi hanno varato legislazioni simili, come il Regno Unito e il Canada.  Cresciuto in una famiglia dissidente nei confronti dell’Urss, ha ricevuto la cittadinanza britannica quando si è trasferito nel Regno Unito da adolescente con sua madre. Ha vissuto a lungo negli Stati Uniti con sua moglie e tre figli. Avrebbe potuto restare negli Usa, ma ha scelto di tornare in Russia.  Dichiarato “indesiderabile” dalle autorità russe già dal 2017, è in detenzione preventiva dall'aprile 2022. In passato ha rischiato di morire due volte, nel 2015 e nel 2017, dopo due tentativi di avvelenamento che, a suo dire, portano la firma del Cremlino. Ora soffre di di polineuropatia, patologia neuromuscolare che sarebbe conseguenza dei due avvelenamenti.

La moglie: “La condanna è una lode al tuo coraggio”

"Un quarto di secolo è 'dieci e lode' per il tuo coraggio, la tua costanza e onestà nei tuoi tanti anni di lavoro. Sono infinitamente orgogliosa di te", ha scritto in un tweet, Evghenia Kara-Murza, la moglie dell'oppositore. "Ci sarò sempre", ha aggiunto Evghenia, che ha conosciuto Vladimir negli anni di liceo, alla scuola francese di Mosca. "Non vogliono solo rinchiudere mio marito in carcere, vogliono distruggerlo", ha detto al Sunday Times, accusando il Cremlino di attuare una "pura e cinica vendetta" per il ruolo svolto dal marito nell'approvazione del cosiddetto 'Magnitsky Act’ negli Stati Uniti, che dal 2012 consente a Washington di sanzionare funzionari russi sospettati di violazioni dei diritti umani. La donna ha espresso anche timori per la salute del marito, condizionata dalla polineuropatia. Secondo Evghenia Kara- Murza, non ha davanti a sé 25 anni da vivere. 

La reazione del Regno Unito 

Il governo britannico ha subito convocato l'ambasciatore russo dopo la condanna di Kara-Murza. “La mancanza di impegno della Russia nella protezione dei diritti umani fondamentali, inclusa la libertà di espressione, è allarmante”, ha affermato il ministro degli Esteri britannico James Cleverly in una dichiarazione, riportata dal Guardian. “Continuiamo a sollecitare la Russia ad aderire ai suoi obblighi internazionali, compreso il diritto di Vladimir Kara-Murza a un'assistenza sanitaria adeguata”. In una nota diffusa dal Foreign Office, il governo britannico ha poi confermato l'annuncio del ministro Cleverly, che si trova in Giappone per una ministeriale Esteri del G7, e la convocazione dell'ambasciatore Andrei Kelin. Nella sua protesta Londra denuncia la condanna dell'oppositore russo - che ha un secondo passaporto britannico - come “una violazione degli impegni internazionali” assunti da Mosca su un sistema di Stato di diritto fondato sul “giusto processo”. “Vladimir Kara-Murza ha coraggiosamente denunciato l'invasione russa dell'Ucraina per ciò che è, una plateale violazione del diritto internazionale e della Carta dell'Onu”, ha dichiarato Cleverly nel testo diffuso dal ministero, sollecitando Mosca a rispettare i propri “obblighi sul rispetto della libertà d'espressione” e sulla necessità di assicurare a Kara-Murza cure mediche adeguate. Il capo della diplomazia del Regno Unito ha quindi reso "omaggio” all'oppositore, alla sua famiglia e a sua moglie Levghenia, promettendo sostegno sulla scena internazionale nella battaglia per ottenere “l'immediato rilascio" del proprio congiunto.

Commenti dal mondo

Anche l’Onu ha chiesto il rilascio immediato di Vladimir Kara-Murza. “È una campagna di repressione”, ha commentato l'amministrazione Biden.  Gli stati dell’Unione europea condannano “fermamente l'oltraggiosa sentenza” contro Kara-Murza. Lo ha dichiarato il portavoce dell'Ue per la Politica estera, Peter Stano. "E' l'ennesima dimostrazione della politicizzazione della giustizia da parte delle autorità russe".