Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Usa 2020, la campagna di Trump: "Dibattiti 22 e 29 ottobre". Biden: "Non decide lui"

Il presidente aveva rifiutato duello virtuale: "E' regalo a Biden". Poi aveva attaccato Harris: "E' comunista". Candidato dem: "Non vuole affrontare domande degli elettori"

Joe Biden (Ansa)

Joe Biden (Ansa)

Washington, 8 ottobre 2020 - Avrebbe dovuto tenersi in presenza, ma, vista la positività di Donald Trump al Coronavirus, la commissione aveva deciso di spostare il prossimo duello fra i candidati presidenziali alla Casa Bianca online. E invece il 15 ottobre non ci saranno scintille neanche virtuali. Ma forse sono solo rimandate al 22. Dopo infatti il rifiuto di Trump, "non sprecherò il mio tempo in un dibattito virtuale", anche Joe Biden invece del dibattito di metà ottobre risponderà alle domande degli elettori. Lo afferma la campagna dell'ex vicepresidente: "Biden era pronto ad accettare la proposta della commissione per i dibattiti per un town hall virtuale, ma il presidente l'ha rifiutata" perché "chiaramente non vuole affrontare le domande degli elettori sui suoi fallimenti sul Covid-19 e sull'economia", si legge in una nota dello staff. L'ex vicepresidente "troverà un luogo appropriato per rispondere direttamente alle domande degli elettori il 15 ottobre". E lancia la proposta: "Ci auguriamo che la commissione sposti il town hall al 22 ottobre, in modo che il presidente non possa sottrarsi alle sue responsabilità". "Gli elettori devono avere la possibilità di fare domande a entrambi i candidati direttamente - conclude comunicato -. Ogni candidato presidenziale dal 1992 ha partecipato a questo evento e sarebbe una vergogna se Donald Trump fosse il primo a rifiutare".

Subito la risposta della campagna di Trump ,che ha proposto che si tengano altri due dibattiti prima delle elezioni, il 22 e il 29 ottobre. Lo afferma Bill Stepien, il manager della campagna di Trump, sottolineando che gli "americani meritano di sentire direttamente i due candidati in queste date, il 22 e 29 ottobre". Stepien spiega come secondo Trump un dibattito virtuale, come quello proposto per il 15 ottobre, "sarebbe un chiaro regalo per Biden". "Gli americani non dovrebbero essere privati della possibilità di vedere i due candidati confrontarsi faccia a faccia altre due volte solo perché la commissione per i dibattiti presidenziali vuole proteggere Joe Biden", afferma Stepien, sottolineando che suscita "sospetti" il fatto che la commissione abbia annunciato il nuovo formato virtuale poco dopo che il "vicepresidente Mike Pence ha dato una bella lezione alla senatrice Kamala Harris. Chiaramente la commissione vuole spostare l'attenzione dalla vittoria di Pence. Come ha detto il presidente un dibattito virtuale sarebbe un regalo a Biden. Gli elettori dovrebbero avere l'occasione di porre direttamente domande a Biden sui suoi 47 anni di leadership fallita. Questo dovrebbe accadere il 22 ottobre e il 29 ottobre".

Ma la campagna di Biden non ci sta. E ribatte: "Donald Trump non decide i dibattiti, lo fa la commissione. Abbiamo accettato tre date - il 29 settembre e il 15 e 22 ottobre - in giugno. Trump ha scelto oggi di ritirarsi dal dibattito del 15 ottobre. Il suo comportamento non gli consente di riscrivere il calendario e scegliere nuove date. Parteciperemo al dibattito finale il 22 ottobre. Donald Trump può presentarsi o no. È una sua scelta".

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Dibattito virtuale

Sul dibattito virtuale, invece, Trump aveva detto di sentirsi "perfettamente bene" e di pensare di "non essere contagioso" e aveva accusato la commissione organizzatrice dei dibattiti di "voler proteggere" il candidato democratico Biden. La campagna di Trump aveva detto che il 15 ottobre, al posto del dibattito virtuale, ci sarà un comizio. Dall'altra parte, sul fronte democratico Joe Biden aveva inizialmente approvato il dibattito virtuale. La campagna del candidato dem aveva detto che Biden "non vede l'ora di parlare direttamente al popolo americano e di confrontare il suo piano per unire il Paese e ricostruirlo meglio di quanto abbia fatto la fallimentare leadership di Donald Trump con il Coronavirus che ha gettato la forte economia ereditata nel peggior declino dai tempi della grande depressione".

Prince-Harris

Il tema della battaglia al Coronavirus è stato centrale anche nel dibattito fra i vicepresidenti. Ed è proprio dopo il confronto fra Pence e Harris che era partita l'offensiva di Donald Trump. Il presidente americano, candidato repubblicano alla prossime elezioni presidenziali, ha messo nel mirino la vicepresidente democratica Kamala Harris e, nel corso di un'intervista rilasciata a Fox, ha definito la candidata democratica alla vicepresidenza come "peggio di una socialista. E' una comunista".

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