Giovedì 21 Novembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

La sfida di Kamala Harris: Obama e i Clinton a Chicago per incoronare la candidata. Alta tensione per le proteste

La leader dell’Asinello è avanti nei sondaggi. Con lei domani alla convention anche i Repubblicani per Harris. Oltre 150 manifestazioni previste in città. Gli analisti: la sfida si giocherà in Arizona e North Carolina

Chicago, 17 agosto 2024 – Il grande coperchio bianco del United Center sembra un guscio enorme in una cittadella già tutta blindata. Cifre economiche e misure di sicurezza da record. Anche la guardia nazionale è già mobilitata oltre ai 28.000 agenti della polizia di Chicago, l’FBI e il Secret Service sotto attacco dopo l’attentato a Donad Trump. A poche ore dall’inizio della Convention democratica che dovrà incoronare Kamala Harris e dare il grande addio politico al presidente Joe Biden la parola d’ordine è "sarà una festa gioiosa" ma con "tolleranza zero".

Si attendono più di 150 manifestazioni di protesta già a partire da oggi, organizzate da associazioni di estremisti e radicali, da gruppi anarchici irriducibili e da organizzazioni filo-palestinesi. La polizia ha già avvertito: non ci saranno cortei non autorizzati e chi uscirà dagli spazi designati per la protesta verrà arrestato. Il partito democratico farà di tutto per ignorarli determinato a non vedersi rovinata la grande kermesse che tende a celebrare l’improvvisa unità del partito dietro Kamala Harris e Tim Walz.

I sondaggi per la Harris sono in continua salita e in molti stati che venivano, fino a due settimana fa, attribuiti a Trump è già avvenuto il sorpasso anche se rimane nel margine d’errore.

Ci saranno 17.000 volontari già assunti e più di 12.000 che sperano di entrare nell’Arena a dare una mano e vedere da vicino il discorso inaugurale di Joe Biden che aprirà i lavori domani sera indicando in Kamala Harris la sua erede, sia nel programma politico per la classe media ma anche alla Casa Bianca. Per non essere da meno anche Donald Trump ha indicato i suoi due figli Eric e Donald Jr. alla guida del comitato di transizione, ammesso che l’ex presidente possa riuscire a vincere le elezioni. In questa mossa c’è anche la preoccupazione di Trump perché, se invece dovesse perdere, si vedrebbe sfilare di mano anche tutto il partito che lui, dopo averlo conquistato, sta tenendo insieme con ricatti diretti e minacce anche a leader importanti come il popolare governatore repubblicano della Georgia, Brian Kemp, che aveva detto addirittura di votare per lui.

Se la convention repubblicana di Milwaukee si era distinta per la sua strabordante mascolinità nella coreografia e nei discorsi dei suoi speakers, quella democratica si contraddistinguerà per la sua inclusività. La presenza di tre presidenti con Joe Biden in apertura Bill Clinton , Barack Obama e Hillary Clinton nelle giornate successive sono il contrasto netto con la solitudine di Donald Trump che non ha voluto nessuno a fargli ombra, ma nessun presidente, per esempio Bush, ha voluto partecipare. E per dimostrare il momento particolare e il ’grande abbraccio politico’ dal palco di Chicago parleranno anche i ’repubblicani per Harris’ ansiosi di spiegare ai loro compagni di partito le ragioni per abbandonare Trump come presidente ma votando per deputati e senatori dell’elefante, con lo scopo di salvare la struttura democratica dell’America senza per questo sentirsi fanatici di Kamala, preferendo lei al rischio di ’Project 2025’ il piano di 900 pagine scritto dall’ultradestra conservatrice che potrebbe essere adottato alla Casa Bianca con il ritorno di Donald imperatore nello studio ovale.

Secondo il New York Times oggi la Harris è in testa nella combattutissima Arizona e in North Carolina, mentre Wisconsin, Pennsylvania, Michigan e Ohio sembra non possano più sfuggirle proiettandola al momento oltre i 270 elettorali necessari per conquistare la Casa Bianca. Nemmeno un serial futuristico di Hollywood, dopo il colpo di fucile all’orecchio di Trump, avrebbe potuto prevedere un ribaltamento di fronte cosi clamoroso, con Kamala Harris che si rifiuta di incontrare Robert Kennedy per escludere qualsiasi eventuale patto del diavolo con lui. La corsa al 5 novembre però è ancora molto lunga e il traguardo lontano. Trump adesso arranca. La sua lucidità autolesionista che punta sulle offese alla Harris e sui commenti razzisti sembra essere messa in discussione non solo da Nikky Haley ma anche da altri deputati e senatori preoccupati dalla sua capacità distruttiva e vendicativa.

Molti analisti repubblicani sostengono che Trump in questa situazione ha completamente abbandonato la strategia studiata da 2 anni per battere Biden e agisce solo d’istinto. E dopo la scelta boomerang del suo vice è difficile che si fidi anche dei due figli che lo hanno suggerito.