Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Kamala Harris incontra Netanyahu: “Non resterò in silenzio su Gaza, è ora che la guerra finisca”

La vicepresidente Usa ha esortato il premier israeliano a “trovare un accordo” con Hamas. Per Israele, dichiarazioni “da respingere” perché danneggiano le trattative. Le famiglie degli ostaggi dopo il colloquio con Biden: “Siamo più ottimisti”

Roma, 26 luglio 2024 – “Non resterò in silenzio su Gaza, è il momento che la guerra finisca. Ed è il momento di chiudere un accordo”. Parole forti quelle usate dalla vicepresidente Usa, Kamala Harris, candidata democratica alle presidenziali, durante l’incontro con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu.

“Resto impegnata a una soluzione a due stati”, ha aggiunto Harris, dando un assaggio all’elettorato della sua futura politica estera, in caso di vittoria. E infatti, nel parlare della sua “preoccupazione” per i troppi morti nella Striscia, ha esortato gli americani a ricordare che il conflitto a Gaza non è una situazione o bianco o nero. “Non possiamo voltare lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza”, ha poi aggiunto.

Israele: “Parole che danneggiano i negoziati”

Le dichiarazioni della vice presidente Kamala Harris sulla “grave crisi umanitaria” a Gaza e la necessità di “porre fine alla guerra” danneggiano le trattative per il rilascio degli ostaggi e sono “da respingere entrambe”. Lo ha detto, citato dai media, un funzionario israeliano secondo cui nell'incontro il premier Benyamin Netanyahu ha offerto ad Harris un resoconto “dettagliato e fattuale” della situazione sul campo a Gaza che ha contraddetto le affermazioni della vice presidente “sulla crisi alimentare, la sofferenza dei civili e l'elevato numero di innocenti uccisi”.

Kamala Harris cambia strategia

Un cambio di strategia decisa a tavolino in vista delle elezioni presidenziali – deve recuperare terreno, i sondaggi danno Trump in vantaggio – e mostrata fin dalle prime battute, visto che Kamala Harris ha disertato il Congresso Usa durante l’intervento del primo ministro israeliano. Assente anche James D. Vance, candidato al fianco di Trump.

Un cambio di passo, almeno a parole, rispetto alle posizioni finora più morbide di Joe Biden che, stando a quanto dichiarato dalla Casa Bianca, questa volta (con le mani libere dalla sua non ricandidatura) avrebbe esortato Netanyahu a “concludere un accordo con Hamas” in tempi rapidi per mettere fine alla guerra a Gaza e riportare a casa gli ostaggi.

Biden: “Portare a casa gli ostaggi”

Il presidente americano Joe Biden, dal canto suo, ha espresso al premier israeliano la necessità di “finalizzare l'accordo il prima possibile e portare a casa gli ostaggi”. Lo afferma la Casa Bianca riferendo dell'incontro fra i due leader.

Famiglie dei rapiti: “Siamo più ottimisti”

I familiari dei cittadini israelo-americani rapiti il 7 ottobre e ora prigionieri a Gaza, dopo un incontro con Biden alla Casa Bianca, si sono detti più ottimisti sulla possibilità che venga raggiunto un accordo tra Hamas e Israele. “Dopo aver posto una serie di domande difficili e aver ottenuto risposte a tutte, ci sentiamo probabilmente più ottimisti di quanto non lo siamo mai stati dal primo round di liberazioni a fine novembre”, ha affermato Jonathan Dekel-Chen, padre di Sagui, aggiungendo che l'incontro è stato “produttivo e onesto”.