Mercoledì 27 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Juncker: "Ue resti tollerante, no ai nazionalismi. Diecimila poliziotti di frontiera"

Le proposte di Juncker in tema immigrazione: rafforzamento della guardia frontiera, creazione di vie legali per gli immigrati qualificati, un'agenzia europea per l'asilo, rimpatrio dei migranti irregolari e investimenti in Africa. Il commento di Conte: "Bene, ma si passi ai fatti"

Jean Claude Juncker (LaPresse)

Jean Claude Juncker (LaPresse)

Strasburgo, 12 settembre 2018 - "Rispettiamo l'Ue e cerchiamo di difenderne l'immagine. Non ricorriamo a nazionalismi che cercano capri espiatori" con l'obiettivo di "distruggerli". Così il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker apre il suo quarto e ultimo discorso sullo 'stato dell'Unione' alla Plenaria di Strasburgo, a otto mesi dalle elezioni europee. "Ricordiamoci che viviamo in un continente di pace grazie all'Ue" che deve rimanere - secondo Juncker - un luogo di "tolleranza dove non si voltano le spalle a chi soffre". 

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LE PROPOSTE SULL'IMMIGRAZIONE - Per quanto riguarda l'immigrazione "i nostri sforzi per gestirli - afferma Juncker - hanno portato dei frutti: gli arrivi sono stati drasticamente ridotti del 97% nel Mediterraneo orientale e dell'80% in quello centrale. Le operazioni Ue di salvataggio hanno permesso di salvare oltre 690mila persone in mare dal 2015". Ma secondo il presidente della Commissione europea è necessario fare di più per cercare di risolvere la questione: per questo, prosegue, "oggi presentiamo una proposta per il rafforzamento della guardia frontiera" con un "aumento di funzionari fino a 10mila unità da qui al 2020". Ma non è tutto, è necessario secondo Juncker "creare una agenzia europea per l'asilo", perchè "gli Stati membri hanno bisogno di maggiore sostegno nel trattare le richieste". Si dovrà inoltre "accelerare sul rimpatrio dei migranti arrivati irregolarmente aprire delle vie di immigrazione legale verso l'Europa. Abbiamo bisogno di migranti qualificati - prosegue Juncker -. Basta frontiere, vanno eliminate quelle che sono state create finora perché rappresentano un regresso dell'essere e del divenire europei".

LA STRATEGIA PER L'AFRICA - E infine la Commissione europea rivela la sua strategia per l'Africa: "Oggi proponiamo una nuova alleanza tra Europa e Africa, un accordo intercontinentale di libero scambio che creerà fino a 10 milioni di posti di lavoro solo nei prossimi 5 anni. Già oggi il 36% del commercio africano è con l'Ue, ma gli scambi commerciali con noi non sono sufficienti - afferma il presidente della Commissione europea -. Il Piano di investimenti esterni da 1,3 miliardi di due anni fa arriverà a mobilitare 44 miliardi". Tra i risultati attesi per l'Africa ci saranno anche incentivi per la partecipazione di 105.000 studenti e docenti universitari al progetto Erasmus+ entro il 2027 e una formazione professionale per 750mila entro il 2020. Inoltre 30 milioni di persone ed imprese potrebbero beneficiare dell'accesso all'energia elettrica, grazie ad investimenti Ue nelle energie rinnovabili; e si prevede l'accesso per 24 milioni di persone a strade praticabili tutto l'anno, grazie a investimenti Ue nelle infrastrutture di trasporto.

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IL COMMENTO DI CONTE - Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso in una nota il suo apprezzamento per le proposte e le strategie elencate da Juncker in tema immigrazione. "Senz'altro apprezzabili le iniziative di partnership con l'Africa, in materia di sicurezza e sull'impegno ad operare un'accelerazione nel rimpatrio dei migranti irregolari", ha detto Conte precisando che "l'Italia ha espresso sin dall'inizio la necessità di una gestione condivisa dei flussi migratori provenienti dalla rotta del Mediterraneo centrale". Tuttavia, il presidente del Consiglio ha anche invitato Juncker a impegnarsi perché le sue parole "si tramutino in azioni concrete". È necessario infatti "tracciare una linea comune che porti ad una Unione Europea più equa e solidale" in cui gli Stati membri assumano una "maggiore responsabilità" nell'intraprendere "un percorso condiviso verso una gestione della migrazione legale". Non è giusto secondo il premier "che si lasci ricadere su di un singolo Stato gli oneri di un fenomeno complesso come quello migratorio".