Roma, 26 giugno 2024 – Dopo l’annuncio di ieri, è arrivata nella notte italiana l’ufficialità della sentenza: Julian Assange può lasciare l’aula del tribunale di Saipan, nelle Isole settentrionali vergini, “da uomo libero”. Queste le parole della giudice, Ramona Manglona in virtù del patteggiamento che mette fine a oltre dieci anni di battaglie legali per il fondatore di WikiLeaks. Anche se, come da accordo, Assange si è dichiarato “colpevole” del capo di accusa di “cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale” degli Stati Uniti. Prevista quindi in ogni caso una condanna, pari a 5 anni e 2 mesi, già scontati in quanto esattamente coincidenti con il tempo trascorso nel carcere di massima sicurezza vicino Londra.
Non è mancata, in ogni caso, una sorta di ‘giustificazione’ da parte dell’accusato: “Ho incoraggiato la mia fonte a fornire informazioni classificate al fine di pubblicarle. Credo che il primo emendamento (della Costituzione americana, sulla libertà di parola) protegga tale attività”.
Assange è stato accusato di aver pubblicato circa 700mila documenti riservati sul portale WikiLeaks. È stato il presidente americano Joe Biden a concedere il patteggiamento, evitando così una sentenza che avrebbe potuto condannare il giornalista a 175 anni di reclusione.
“Oggi è un giorno storico che pone fine a 14 anni di battaglie legali – ha esultato il legale di Assange, Jen Robinson – Si conclude anche un caso che è stato riconosciuto come la più grande minaccia al primo emendamento del Ventunesimo secolo”. “La priorità ora è che recuperi la sua salute – il commento della moglie Stella – È stato in condizioni terribili per cinque anni e ora vuole tornare in contatto con la natura”. Nessuna dichiarazione, invece, da parte di Julian Assange, che ha lasciato l’aula in silenzio.
Il fondatore di Wikileaks è ora in Australia, dove è atterrato con un jet privato. Non potrà tornare negli Stati Uniti se non previa autorizzazione. Ad annunciarlo, il Dipartimento di giustizia di Washington, che ha sottolineato che si tratta di una delle clausole dell’accordo siglato con Assange.