A New York come a Hollywood, sono in tanti a giurare che saranno le donne a decidere l’esito della corsa alla Casa Bianca. Così in un’America mai così polarizzata (tra trumpiani e anti-trumpiani, tra campagne e città, ora pure tra maschi e femmine), l’ultima a dare il suo endorsement a favore di Kamala Harris è stata Julia Roberts: "Tradite i mariti nel segreto dell’urna", è l’esortazione della star di Pretty Woman, che cogliendo l’occasione di un analogo messaggio di Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente (repubblicano) Dick Cheney (di lei Trump ha detto "bisognerebbe spararle"), si è lanciata in un inedito appello alle consorti degli elettori dell’ex tycoon: "Potete fare come volete, nell’unico luogo in America dove le donne hanno ancora diritto di scelta. Nessuno lo saprà mai", è l’esclamazione dell’attrice, solo l’ultima di una vastissima schiera di esponenti dello star system hollywoodiano ad esprimersi per la candidata democratica.
Giovedì era stata Jennifer Lopez a salire sul palco a fianco di Kamala in quel di Las Vegas, cogliendo l’occasione per scatenarsi contro l’infelice e contestatissima battuta di Portorico quale "isola di spazzatura" in cui si era esibito un comico durante il comizio di Donald Trump al Madison Square Garden. "Mi piacciono i finali hollywoodiani quando vince il bravo ragazzo. O, in questo caso, la brava ragazza", ha esclamato l’attrice, secondo cui all’evento trumpiano non solo i portoricani ma "tutti gli ispanici di questo Paese e l’intera umanità sono stati offesi".
Prima di Julia e JLo – e stiamo parlando “solo” dell’altra metà del cielo – è stata la volta dell’endorsement di Taylor Swift, nei giorni scorsi di un’altra superstar capace di muove le masse come Beyoncé, ma anche di Meryl Streep, Cher, Jennifer Lawrence, Sarah Jessica Parker, Scarlett Johannson tra le tante.
Difficile negare che quello dei diritti delle donne non sia uno dei grandi temi della campagna di Usa 2024, a partire del divieto dell’aborto prevalente in molti Stati, su spinta repubblicana. Il fatto è che ad oggi i numeri, in barba ai sondaggi sul filo del rasoio, sembrano dar ragione a Harris: è donna il 55 per cento degli oltre 60 milioni che hanno già espresso il proprio voto per la Casa Bianca, contro il 45% di uomini. E nel voto femminile Kamala ha un vantaggio di ben 19 punti rispetto a Donald. Non solo: stando ad un sondaggio della Cnn, l’early voting favorisce Kamala anche nei più combattuti degli swing states, gli Stati in bilico: nel Michigan è 61% contro il 35% di Trump, nel Wisconsin è 60% contro il 38%, in Pennsylvania è 57% contro 40%. Un voto che a grande maggioranza è donna.