Martedì 16 Luglio 2024

John Barnett, ex dipendente Boeing, trovato morto. Ecco cosa aveva dichiarato sugli aerei

La notizia sui media Usa. L’uomo, 62 anni, era in causa con la società per la quale aveva lavorato 32 anni, prima del pensionamento nel 2017 per motivi di salute

Roma, 12 marzo 2024 – John Barnett, ex dipendente della Boeing, è stato trovato morto nel parcheggio di un hotel nella Carolina del Sud. L’uomo, che aveva in passato sollevato preoccupazioni sugli standard di produzione dell’azienda, aveva lavorato per la Boeing per 32 anni, fino al suo pensionamento nel 2017 per motivi di salute.

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Nei giorni precedenti la sua morte aveva testimoniato in una causa contro la società. Lo scrive la Bbc.

Trovato morto John Barnett, ex dipendente Boeing che in passato aveva sollevato preoccupazioni sugli standard di produzione (repertorio)
Trovato morto John Barnett, ex dipendente Boeing che in passato aveva sollevato preoccupazioni sugli standard di produzione (repertorio)

Sommario

John Barnett morto: cosa sappiamo

L’azienda si è detta ‘rattristata’ dalla notizia della sua scomparsa. Secondo la prima ricostruzione della polizia, il 62enne sarebbe morto il 9 marzo per una ferita “autoinflitta". Le indagini intanto proseguono.

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Chi era John Barnett

Barnett aveva lavorato dal 2010 come responsabile della qualità nello stabilimento di North Charleston dove si costruisce il 787 Dreamliner, un aereo all’avanguardia utilizzato principalmente su rotte a lungo raggio. Nel 2019, Barnett aveva dichiarato alla Bbc che i lavoratori sotto pressione avevano deliberatamente montato parti inferiori agli standard previsti sugli aerei della linea di produzione. Aveva anche affermato di aver scoperto seri problemi con i sistemi di ossigeno: i test avevano mostrato un tasso di fallimento del 25%, il che significa che una maschera su quattro in caso di emergenza poteva non funzionare.

La revisione della Federal Aviation Administration

La Boeing aveva respinto tutte le accuse anche se una revisione del 2017 da parte dell’ente regolatore statunitense, la Federal Aviation Administration, aveva confermato alcune delle preoccupazioni di Barnett. Al momento della sua morte, Barnett si trovava a Charleston per colloqui legali legati alla causa contro la società.

Una lunga catena di problemi

L’ultimo guaio per un aereo della Boeing risale a venerdì mattina. Quando un Boeing 737 MAX 8 della United Airlines è finito sull’erba della pista dell’aeroporto George Bush di Houston, subito dopo l’atterraggio. I 160 passeggeri e i sei membri dell’equipaggio non sono rimasti feriti e sono stati trasportati in autobus al terminal principale. Le immagini sui social media, pubblicate da Aviation 24 mostrano che il carrello di atterraggio principale sinistro del Boeing è rimasto bloccato sul terreno soffice a fianco della pista e ha lasciato il carrello anteriore in aria. Al momento dell’atterraggio sull’aeroporto cadevano forti piogge e la visibilità era ridotta.

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WSJ: “Inchiesta penale sull’incidente al 737 Max9”

Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, il Dipartimento di Giustizia Usa ha aperto un’inchiesta penale sull’incidente avvenuto a bordo di un 737 Max9 dell’Alaska Air. Lo scorso 5 gennaio, l’aereo operò un atterraggio di emergenza dopo l’esplosione di un portellone pochi minuti dopo il decollo, ultimo di una serie di problemi e incidenti che hanno riguardato Boeing negli ultimi anni. Nei giorni scorsi, la Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità statunitense in fatto di aviazione civile, ha concluso una revisione di sei settimane su Boeing, secondo la quale il produttore “non ha rispettato in più occasioni i requisiti sui controlli di qualità”.