Parigi, 7 gennaio 2024 – E' morto all'età di 96 anni Jean-Marie Le Pen, figura storica dell'estrema destra francese. Il fondatore del partito politico Front National è stato deputato all'Assemblea nazionale e per più legislature all'Europarlamento. E’ famoso per le sue posizioni estremamente conservatrici e reazionarie, che lo hanno spesso portato a dichiarazioni controverse, e per aver richiesto forti politiche di rafforzamento della legge, tra cui la reintroduzione della pena di morte, forti restrizioni sull'immigrazione da paesi extraeuropei e ritiro della Francia, o maggiore indipendenza dall'Unione europea.
Dopo aver lasciato nel 2011 alla figlia Marine la guida del Front National, è stato espulso dal partito nel 2015 per divergenze politiche ormai consolidate. Nell'agosto 2020 Jean-Marie Le Pen ha creato un istituto a suo nome per mettere a disposizione del grande pubblico gli archivi che ripercorrono la sua carriera politica.
Considerato il "diavolo della Repubblica", per trent'anni ha imposto le sue idee facendo ricorso non di rado a grandi provocazioni. Abbandonata la politica nel 2015, è stato fautore di una lotta radicale contro l'immigrazione, che non ha mai cessato di dividere la Francia. Ritenuto dai suoi detrattori un razzista, xenofobo o antisemita, Le Pen era considerato dai suoi sostenitori un talentuoso oratore, che univa erudizione e truculenza. Le Pen, ricorda la stampa francese, aveva grande gusto per la contraddizione e il confronto, non solo verbale.
Le Pen è deceduto in una struttura in cui era stato ricoverato diverse settimane fa nella regione parigina. "Jean-Marie Le Pen, circondato dalla sua famiglia, è stato chiamato a Dio martedì alle 12.00", ha affermato la sua famiglia in una dichiarazione inviata all'Afp. In un lungo articolo, la France Presse lo descrive come "eterno provocatore e pioniere dell'estrema destra europea", "tribuno senza pari, provocatore ossessionato dall'immigrazione e dagli ebrei, patriarca ostacolato dai suoi", evidenziando come Le Pen abbia "fatto uscire l'estrema destra francese dalla sua marginalità durante una carriera politica che ha segnato la Quinta Repubblica", durante la quale "non ha mai espresso alcun rammarico per i suoi eccessi" che gli sono valsi diverse condanne: dalle camere a gas definite un "dettaglio della storia" alla "disuguaglianza delle razze", passando per l'occupazione tedesca descritta come "non particolarmente disumana" o l'aggressione fisica di un oppositore socialista.