Istanbul, 1 gennaio 2017 - Carneficina a Capodanno. Nell'attentato che questa notte ha colpito Istanbul al cuore si contano almeno 39 morti e 69 feriti, tre dei quali gravi. Tutte persone che stavano festeggiando San Silvestro nella discoteca 'Reina', conosciutissima nella capitale turca, meta di vip ed emblema di una Istanbul laica e occidentale. Una serata di allegria funestata dal sangue. Tra le vittime ci sono molti stranieri, più di 25 secondo alcune fonti. Salvo un gruppetto di italiani (modenesi, bresciani e palermitani) che da tempo vivono in Turchia per ragioni di lavoro e che stanotte si erano ritrovati al Reina per passare insieme l'ultimo giorno dell'anno. Fortunatamente, hanno riportato solo escoriazioni e lievi contusioni.
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CACCIA ALL'ATTENTATORE - Una task force è all'opera nel tentativo ricostruire la dinamica dell'attacco che, per le modalità con cui è avvenuto, ricorda le azioni dell'Isis. Ed è caccia al killer inquadrato più volte dalle telecamere, attualmente ricercato in tutto il Paese dai 17mila uomini schierati per l'emergenza. La polizia ha diffuso il suo identikit insieme ad alcune foto: si tratta di un giovane con capelli e occhi scuri e barba. Secondo alcuni testimoni avrebbe urlato 'Allah Akbar' mentre apriva il fuoco. Circostanza che avvalora l'ipotesi della matrice islamista. Non sarebbe stato il solo a sparare.
UPDATE: Police in Istanbul release photos of the terror suspect who shot and killed 39 people last night in a popular bar in the city pic.twitter.com/YPCLXQ65lT
— News_Executive (@News_Executive) 1 gennaio 2017
Un video diffuso dai media turchi riprende il killer mentre spara all'impazzata all'ingresso del locale.
CCTV footage shows #Istanbul nightclub attacker shoot indiscriminately as he makes way into Reina club. pic.twitter.com/qIjim0GcMi
— Rudaw English (@RudawEnglish) 1 gennaio 2017
KILLER BABBO NATALE - Le autorità turche hanno smentito che l'assalitore fosse vestito da Babbo Natale, come invece hanno raccontato alcuni testimoni e come sembravano confermare le immagini che arrivano dai circuiti di videosorveglianza del locale. Immagini che tuttavia sono ancora tutte da interpretare. "L'attentatore del nightclub Reina di Istanbul non indossava il costume di Babbo Natale", ha detto il premier turco, Binali Yildirim. Prima di fuggire l'uomo avrebbe abbandonato l'arma.
PISTA ISIS - L'attentato non è stato ancora rivendicato e gli inquirenti non si sono ancora sbilanciati su alcuna pista preferenziale, anche se la matrice islamica (Isis) appare quella privilegiata. Si chiamano fuori intanto i curdi. Murat Karayilan, membro del consiglio del Pkk, il Partito dei lavoratori curdi fuori legge in Turchia, afferma in radio che "le forze curde non attaccherebbero mai civili innocenti", escludendo anche che i responsabili siano gli estremisti del Tak (il gruppo nato da una costola del Pkk), autori di molti dei recenti attentati nel Paese.
LE TESTIMONIANZE: SPARI DA PIU' PUNTI - Gli spari sono cominciati intorno alle 1.30 (le 23.30 in Italia), quando all'interno del Reina c'erano circa 600 persone Secondo testimoni molti ospiti si sono addirittura gettati elle acque dello stretto del Bosforo per tentare di sfuggire ai colpi di arma da fuoco. "È accaduto tutto in un istante, stavamo tutti festeggiando e mangiando a tavola quando sono esplosi i primi colpi ed è scattato il panico nel locale", hanno raccontato gli italiani scampati al massacro a Trc-Telemodena. I colpi, sempre secondo la loro ricostruzione, sarebbero stati sparati dalla scala della pista centrale della discoteca ma anche al piano superiore, dove si trova il ristorante giapponese.
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SPARI IN MOSCHEA - Condanna dell'attacco e solidarietà alla Turchia arrivano da Usa, Ue e Nato. Il presidente Erdogan ammonisce: "Vogliono creare caos, ma resteremo più uniti che mai". E mentre va in scena lo strazio dei parenti, la tensione a Istanbul non accenna a diminuire: un uomo armato ha sparato davanti ad una moschea questo pomeriggio, nel quartiere di Sariyer, ferendo almeno due persone prima di fuggire. Altro terrore nel primo giorno dell'anno.