Venerdì 21 Febbraio 2025
ALDO BAQUIS
Esteri

Israele spaccato in due. Le scuse del presidente. Ma Bibi minaccia vendetta

Il Capo dello Stato, Isaac Herzog, ha chiesto perdono per i quattro rapiti ammazzati "Non sono stato in grado di farvi rientrare sani e salvi nelle vostre case". Il testamento spirituale di Oded: uno Stato palestinese è la soluzione migliore. .

Il Capo dello Stato, Isaac Herzog, ha chiesto perdono per i quattro rapiti ammazzati "Non sono stato in grado di farvi rientrare sani e salvi nelle vostre case". Il testamento spirituale di Oded: uno Stato palestinese è la soluzione migliore. .

Il Capo dello Stato, Isaac Herzog, ha chiesto perdono per i quattro rapiti ammazzati "Non sono stato in grado di farvi rientrare sani e salvi nelle vostre case". Il testamento spirituale di Oded: uno Stato palestinese è la soluzione migliore. .

"A nome dello Stato d’Israele, chino la testa e vi chiedo perdono. Perdono per non avervi protetto quel giorno terribile. Perdono per non avervi fatti rientrare sani e salvi nelle vostre case. Che sia benedetta la vostra memoria": con queste parole il capo dello Stato d’Israele, Isaac Herzog, ha cercato di esprimere il profondo stato di cordoglio diffusosi ieri fra gli israeliani alla vista delle quattro bare nere appena consegnate a Gaza da Hamas. Queste contenevano i resti di un pioniere della pace di 83 anni – Oded Lifshitz – e (con tutta probabilità) quelli di Shiri Bibas e dei suoi due figlioletti Ariel e Kfir. "Proviamo strazio. Dolore. I nostri cuori – e quelli di una intera nazione – sono infranti". Mentre il convoglio con le bare attraversava lentamente Israele per raggiungere a Tel Aviv l’Istituto di medicina legale di Abu Kabir, migliaia di israeliani si sono radunati sotto alla pioggia ai margini delle strade, sventolando le bandiere bianco-azzurre, in un gesto di estremo saluto alle vittime di Hamas.

"Proviamo tutti un dolore misto a collera – ha affermato Netanyahu –. Siamo tutti in stato di collera contro Hamas. Il sangue dei nostri fratelli ci chiama dalla terra. Ci obbliga a saldare il conto con quei biechi assassini, e lo faremo. Il nostro cuore è spezzato ma il nostro spirito è integro". Poi, con un riferimento alla seconda fase della tregua oggetto adesso di contatti con l’emissario di Trump, Steve Witkoff, il premier ha aggiunto: "Riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi, annienteremo gli assassini, elimineremo Hamas e con l’auto del Signore garantiremo così il nostro futuro". Per il deputato del Likud, Avichay Boaron, dopo aver recuperato tutti gli ostaggi (6 dovrebbero essere restituiti sabato ed altri 73 nella seconda fase della tregua), "Israele dovrebbe ricevere dagli Usa garanzie circa la emigrazione totale dei Gazawi: emigrazione volontaria o forzata, bisogna cancellare Gaza dalla carta geografica".

In serata migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv nella Piazza degli Ostaggi per onorare il ricordo di Oded, Shiri e dei bambini ‘dai capelli rossi’. Yael Adar, che come loro viveva nel kibbuz di frontiera Nir Oz, ha lanciato un accorato appello a Netanyahu: "Non interrompere gli accordi sulla tregua. Tutti gli ostaggi devono tornare prima che per loro sia troppo tardi". Ad alimentare le apprensioni, nella piazza, era anche una frase minacciosa pronunciata dal premier: "Dio delle vendette risplendi. Levati, giudice della terra".

Parole – è stato fatto notare – che forse non sarebbero piaciute a Oded Lifshitz, fondatore socialista del Kibbutz Nir Oz e uno dei primi organizzatori del movimento Peace Now nel Negev, decine di anni fa. Dall’archivio di Haaretz è spuntato un suo articolo di pochi anni fa intitolato: ‘Netanyahu, non e’ lo scudo di Israele’. Scriveva fra l’altro: "Netanyahu non è riuscito ad arginare l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza. Quando gli abitanti di Gaza non hanno niente da perdere, tutti noi perdiamo. Dopo ogni conflitto torniamo sempre allo stesso punto di partenza". Lifshitz criticava inoltre Netanyahu per aver sempre ignorato la proposta di pace giunta dai Paesi arabi: "Uno Stato palestinese in cambio della pace con i palestinesi e con gli Stati arabi: non c’e’ né mai ci sarà – argomentava allora – una proposta migliore". . Poi anche lui è stato però travolto nel conflitto, ed è morto prigioniero nelle mani di palestinesi votati alla Jihad.