Gerusalemme, 16 ottobre 2023 – “Credo che in questo momento il gesto che possa far ripensare ogni peggiore sviluppo, riguarda gli ostaggi, è fare in modo che gli ostaggi possano tornare a casa e su questo noi siamo disponibili, ci possiamo impegnare in prima persona, siamo pronti, qualunque cosa possa portare un minimo di de escalation". Qualunque cosa ripete più volte da Gerusalemme il neocardinale e patriarca dei latini, Pierbattista Pizzaballa, la massima autorità cattolica in Terra Santa.
Eminenza, sono ore tragiche. Tra i quasi 200 ostaggi di Hamas ci sono anche bambini. Che cosa intende quando dice ‘qualunque’ cosa?
"Io dò la mia disponibilità assoluta. Anche darmi in cambio dei rapiti se questo può portare alla libertà e riportare a casa quei bambini, nessun problema".
Ma lei parla così perché ha contatti con Hamas?
"No, su questo voglio essere molto chiaro. Al momento i contatti non ci sono, e noi non giustifichiamo niente e nessuno. Ma penso che possiamo lavorare ad attivare dei canali di comunicazione".
Ma che cosa potrebbe convincere Hamas a rilasciare il suo ’bottino’?
"Io non lo so, vorrei tanto capire che cosa hanno nella testa e nel cuore, però bisogna tentare, proprio questa enorme crisi già scatenata su Gaza forse potrebbe convincerli a fermarsi ma queste sono solo mie supposizioni, il mio timore è che non sia così semplice e tuttavia si deve fare di tutto per tentare anche di raggiungere un compromesso sugli ostaggi".
Lei di che cosa ha paura adesso?
"È chiaro che il conflitto si estenda a livello regionale. Ma anche che nella West Bank la situazione si incendi. Ci sono stati già scontri nei giorni scorsi, prima degli attacchi del 7 ottobre, a Nablus e Jenin. È un terno al lotto, penso che nei prossimi due, tre giorni capiremo la piega che si prenderà".
Con Israele i rapporti sono tesi. Vi rimproverano troppa accondiscendenza e di non aver condannato chiaramente Hamas .
"C’è un’irritazione, per usare un eufemismo, che comprendo".
Cioè?
"Il comunicato dei patriarchi delle chiese di Terra Santa all’indomani degli attacchi ha lasciato anche me perplesso ma non posso entrare in tutti i dettagli per correttezza nei confronti degli altri".
E ora come vi muoverete con le altre chiese ma anche con gli esponenti religiosi musulmani?
"Dobbiamo certamente cercare di prendere delle iniziative anche se è molto difficile. Oggi tutti aderiscono alla Giornata di digiuno e preghiera ‘sponsorizzata’ anche dal Papa".
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