Martedì 10 Dicembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Israele occupa il Monte Hermon: commando in azione nella crisi siriana

Israele invia commando sul Monte Hermon per anticipare le forze ribelli. Operazione Bashan distrugge il potenziale militare di Assad.

Israele avanza in Golan. Occupa la zona cuscinetto. E distrugge le armi di Assad

Mezzi militari israeliani attraversano la recinzione della zona cuscinetto del Golan

"Ho ordinato alle nostre forze armate di occupare la zona cuscinetto fra noi e la Siria, nonché le postazioni elevate più vicine. Ciò include la vetta del Monte Hermon, che io ben ricordo dal periodo in cui servivo nell’unità scelta ‘Sayeret Matkal’…". In Benjamin Netanyahu gli ultimi sviluppi della crisi in Siria hanno innescato anche un momento di nostalgia. "Operammo nel Monte Hermon (2.800 metri, ndr) con i miei soldati, immersi nella neve, in un clima che gelava le ossa. Anche i miei fratelli Ido e Yoni, che Dio benedica la sua memoria, operarono là".

Adesso, sulla vetta del monte Hermon, sono tornati i commando israeliani, spediti in tutta fretta sabato per giocare di anticipo sulle forze ribelli che avevano appena abbattuto il regime di Bashar Assad. Quello sviluppo, secondo Israele, significa l’abolizione di fatto degli accordi di separazione delle forze sulle alture del Golan, raggiunti nel 1974 all’indomani della guerra del Kippur. Di conseguenza Israele ha subito assunto il controllo della zona di interposizione presidiata dagli osservatori dell’Undof: attorno alla città di Kuneitra è profonda alcuni chilometri, ma altrove è larga appena qualche centinaio di metri. Israele ha anche preso posizione in un’area limitrofa, per controllare a fuoco la zona ed impedire così che "forze ostili" si avvicinino alle comunità civili israeliane del Golan. "Si tratta di una misura di carattere tattico e provvisoria" ha assicurato Israele agli Stati Uniti e all’Onu. Riferendosi ad informazioni diverse apparse sui media arabi, il portavoce militare ha negato che forze israeliane di terra si siano spinte in direzione di Damasco. A quanto risulta le più vicine alla capitale sono quelle dislocate nel Hermon, ossia ancora a 40 chilometri distanza.

Ma le operazioni militari più significative sono state condotte dall’aviazione e dalla marina militare israeliane che negli ultimi giorni hanno compiuto oltre 480 attacchi in 48 ore per distruggere per quanto possibile il potenziale strategico che era in dotazione di Assad ed impedire così che cadesse nelle mani dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts).

Nella ‘Operazione Bashan’ (il nome biblico del Golan) "sono stati distrutti – secondo a radio militare – decine di aerei da combattimento, elicotteri militari, stazioni radar, basi missilistiche, navi da guerra". Fra gli obiettivi colpiti anche centri per la produzione di armi. "In pochi giorni – ha stimato l’emittente – abbiamo eliminato il 70-80 per cento delle capacità militari di cui disponeva Assad". Intanto proseguono le operazioni sul terreno a ridosso della ‘zona cuscinetto’, dove l’esercito rafforza le posizioni e distrugge armamenti.

Sabato, in una conferenza stampa, Netanyahu ha reso omaggio alla decisione del presidente Trump del 2019 di riconoscere le alture del Golan come parte integrale del territorio israeliano. In segno di riconoscimento fu inaugurato allora anche un piccolo villaggio, Ramat Trump. "Oggi tutti comprendono l’importanza enorme della nostra presenza sul Golan", ha affermato il premier. "Essa garantisce la nostra sicurezza, la nostra sovranità. Ai pionieri insediatisi in quelle alture io dico: il Golan sarà per sempre parte inseparabile dello Stato d’Israele". Ma Israele, ha aggiunto, è interessato anche ad una convivenza pacifica con i nuovi vicini: in particolare con i drusi della Siria meridionale che già anni fa ebbero modo di trasferire in ospedali israeliani le loro donne incinte ed i miliziani feriti in scontri con l’esercito siriano. "Noi tendiamo la mano – ha concluso – a chi voglia vivere in pace con noi".