Tel Aviv, 23 novembre 2024 – Fuoco di Israele sul Libano mentre non si placano le polemiche per il ferimento di 4 soldati italiani nel lancio di razzi probabilmente esplosi da Hezbollah. L’esercito di Tel Aviv ha bombardato un edificio di 8 piani a Beirut: 4 i morti. Resta altissima la pressione su Gaza, colpita da raid israeliani nella notte. La protezione civile palestinese conta 19 morti, di cui 4 bambini. Non c’è una linea condivisa in Europa e in Italia sul mandato di arresto per Netanyahu spiccato dalla Corte penale internazionale. Per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani la posizione del governo “è chiara”. Un messaggio per il collega Matteo Salvini che ha aperto le porte del Belpaese al premier israeliano (“E’ il benvenuto, i criminali sono altri), in aperta sfida alla CPI. Ma anche le parole di Giorgia Meloni lasciano spazio ad ambiguità: "Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte Penale Internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica”.
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Venerdì 13 dicembre una delegazione composta da deputati e deputate dell'intergruppo parlamentare per la pace tra la Palestina e Israele, europarlamentari italiani e rappresentanti delle Ong italiane, si recherà a L'Aja per una serie di incontri presso la Corte Penale Internazionale (Cpi). La visita, prevista da tempo, avviene dopo l'emissione dei mandati di arresto da parte della Corte nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell`ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, e dell`attuale leader di Hamas, Mohammed Deif, la cui morte è ancora incerta, per crimini di guerra e contro l`umanità. "L`obiettivo della visita - dichiarano i parlamentari dell'intergruppo - è di prendere atto del lavoro della Corte, delle difficoltà e degli ostacoli che sta incontrando nello svolgimento delle proprie attività, oltre ad esprimere pieno sostegno alla Corte, che opera al solo scopo di affermare la legalità internazionale, nonostante pressioni e circostanze molto difficili
"La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. È una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C'è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri". Lo ha affermato in un'intervista a Repubblica il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commentando le parole di Matteo Salvini, il quale ha detto che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è "benvenuto" in Italia nonostante il mandato di arresto nei suoi confronti emesso dalla Corte penale internazionale. "Naturalmente un leader di partito parla di quello che vuole. Sono posizioni politiche legittime che ciascuno può esprimere. Ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell'esecutivo", ha aggiunto Tajani, riferendosi ancora al segretario leghista. La posizione del governo sul 'caso Netanyahu', ha spiegato il titolare della Farnesina, è "prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica". Secondo Tajani, l'obiettivo del governo è "trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace".
Almeno 19 persone, fra cui anche dei bambini, sono morte e almeno 40 sono rimaste ferite a causa di raid aerei notturni compiuti da Israele sulla Striscia di Gaza. Lo afferma la protezione civile di Gaza, espressione di Hamas. "Diciannove palestinesi sono stati uccisi e oltre 40 sono stati feriti in tre massacri provocati dagli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza fra la mezzanotte e questa mattina", oltre che per tiri d'artiglieria dell'Idf, afferma il portavoce della protezione civile, Mahmoud Bassal.
Un attacco aereo israeliano con "cinque missili" ha preso di mira un edificio residenziale di otto piani nel cuore di Beirut, distruggendolo completamente, secondo quanto riferito dai media statali, mentre la guerra aperta tra Israele e Hezbollah entra nel suo terzo mese. "La capitale Beirut si è svegliata con un terrificante massacro, con gli aerei israeliani che hanno completamente distrutto un edificio residenziale di otto piani usando cinque missili in Maamoun Street, nel quartiere di Basta", ha riferito l'Agenzia nazionale Ani. Secondo l'emittente al-Manar di Hezbollah almeno quattro persone sono state uccise e 23 ferite nell'attacco avvenuto nel quartiere Basta della capitale e che ha apparentemente ha distrutto un edificio di otto piani e danneggiato molti altri nell'area.
L'obiettivo del raid, scrive il Times of Israel, era l'alto ufficiale di Hezbollah, Talal Hamiya, nominato a capo della divisione operativa del gruppo terroristico dopo che Israele ha ucciso Ibrahim Aqil, il capo delle operazioni militari di Hezbollah in un attacco a Beirut il 20 settembre.