Tel Aviv, 17 gennaio 2025 – Nella ‘Piazza degli Ostaggi’ allestita di fronte al Museo di Tel Aviv, Daniel Lifshitz consulta il cellulare dove riceve aggiornamenti dai compagni di lotta. “Iniziata riunione del gabinetto di sicurezza”. “Domani pubblicazione nomi dei primi ostaggi liberi”. Poco prima, davanti alle telecamere, aveva esclamato: “A 84 anni, mio nonno Oded Lifshitz è l’unico bisnonno tenuto in ostaggio al mondo! Non avremmo mai pensato che sarebbe stato prigioniero per 15 mesi. Spero di rivederlo al più presto, in piedi sulle sue gambe. Lo ricopriremo di amore”.
Chi è Oded Lifshitz?
“È un uomo che crede nei valori, sempre proteso ad aiutare i deboli. All’epoca di Ben Gurion, fu fra i fondatori del kibbutz Nir Oz, a un chilometro da Gaza. Crede che pace e sicurezza debbano andare di pari passo”.
Come è stato catturato?
“Cinque terroristi hanno fatto irruzione nella sua casa a Nir Oz. Lui era nella stanza protetta e cercava di tenere la maniglia. Ma loro hanno esploso cinque proiettili contro la porta, ferendolo a un braccio. Lo hanno trascinato fuori nudo e in stato di incoscienza. Poi hanno catturato anche mia nonna Yocheved, 85 anni. L’hanno avvolta in un tappeto e caricata su una moto. Vedendolo insanguinato sul terreno, lei pensava fosse morto”.
Invece poi avete avuto segni che era ancora in vita?
“Sì. Due donne che erano state tenute segregate con lui – una delle quali strappata alla sua sedia a rotelle – ci avrebbero detto in seguito che lui le aveva assistite con grande dedizione. Poi le loro strade si sono divise: loro sono state liberate e lui è rimasto indietro”.
E da allora Hamas non ha più diffuso alcun filmato che lo riguardi?
“Non credo che Hamas abbia interesse a divulgare filmati su chi si è sempre prodigato per la coesistenza fra israeliani e palestinesi. Anche mia nonna Yocheved rivolse quella domanda al leader di Hamas, Yahya Sinwar, giunto di persona pochi giorni dopo la cattura a vedere i suoi prigionieri. “Come avete potuto – gli chiese – fare tutto questo a chi ha sempre cercato di accendere una luce di speranza per i palestinesi?””.
Come vivete questi giorni di attesa delle prossime liberazioni?
“Non sappiamo in che condizioni sia. Niente è sicuro. Seguiamo gli aggiornamenti su WhatsApp. I prossimi giorni saranno molto duri. Gli ostaggi liberati devono ricevere l’abbraccio dei familiari, degli ospedali, dei medici. Chiediamo ai media di provare considerazione”.
Cosa pensa dell’accordo sulla tregua annunciato da Trump?
“Complimenti grandissimi a Trump. Per 13 mesi non era successo niente. Dov’era il mondo? Il mondo aveva fallito. Poi è arrivato lui e... ‘boom’! Trump metterà fine alla guerra e garantirà il ritorno di tutti gli ostaggi”.