Roma, 19 dicembre 2024 – A seguito dell’intercettazione di diversi missili lanciati dal gruppo yemenita filo-iraniano Houthi, Israele ha condotto una serie di attacchi aerei su Sanaa, la capitale dello Yemen. È successo poco dopo un vasto allarme su tutta la zona centrale dello Stato ebraico, che ha riversato nei rifugi milioni di cittadini. Almeno 9 persone sono morte nei bombardamenti su Sanaa, ma il bilancio sembra destinato a salire, visti gli ingenti danni.
Tra Tel Aviv e Hamas, invece, i negoziati per una tregua sembrano proseguire. Un funzionario anonimo del gruppo palestinese ha rivelato che la prima fase del piano prevederebbe il rilascio di 34 ostaggi israeliani – principalmente donne, bambini, anziani e malati – in cambio della scarcerazione di numerosi prigionieri palestinesi dalle carceri di Israele. Verrebbe anche riaperto il valico di Rafah: resta un’incognita però chi dovrebbe gestirlo in futuro. Infine, sarebbe previsto anche un maggiore afflusso di aiuti umanitari.
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Gli Houthi rivendicano il lancio due missili contro Israele. Lo riferisce un portavoce militare.
Houthi: "Risponderemo all'escalation con l'escalation"
Il gruppo yemenita Houthi ha annunciato che "risponderà all'escalation con l'escalation" dopo i raid aerei messi a segno da Israele a San'a e Hodeidah, che hanno causato la morte di almeno nove persone. "Il bombardamento israelo-americano contro strutture civili in Yemen (centrali elettriche e porti) rivela la verità sull'ipocrisia dell'Occidente e confuta tutte le sue affermazioni umanitarie - ha scritto su X un membro dell'ufficio politico Houthi, Muhammad al-Bukhaiti - le nostre operazioni militari a supporto di Gaza continueranno e risponderemo all'escalation con l'escalation fino a quando i crimini di genocidio a Gaza non cesseranno e sarà consentito l'accesso a cibo, medicine e carburante per i suoi abitanti".
Israele "ha intenzionalmente privato i civili palestinesi di Gaza di un adeguato accesso all'acqua dall'ottobre 2023, causando molto probabilmente migliaia di morti e commettendo così il crimine contro l'umanità di sterminio e atti di genocidio". E' quanto afferma l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato oggi, intitolato "Sterminio e atti di genocidio: Israele sta deliberatamente privando i palestinesi di Gaza di acqua". Un rapporto redatto dopo aver intervistato 66 palestinesi di Gaza, quattro dipendenti della Coastal Municipalities Water Utility (Cmwu) di Gaza, 31 operatori sanitari e 15 persone che lavorano con agenzie Onu e altre organizzazioni umanitarie internazionali. L'organizzazione ha poi spiegato di aver analizzato immagini satellitari, fotografie e video ripresi tra l'inizio delle ostilità nell'ottobre 2023 e settembre 2024, così come i dati raccolti e le stime prodotte da medici, epidemiologi, organizzazioni umanitarie ed esperti di acqua e servizi igienici.
Per l'Iran i bombardamenti israeliani di stanotte sullo Yemen sono una "flagrante violazione del diritto internazionale". A dichiararlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghai, che ha anche condannato "l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti" a Tel Aviv.
Nella notte, un numero imprecisato di missili Houthi è stato intercettato nei cieli israeliani, nella parte centrale del Paese: Tel Aviv ha risposto compiendo una serie di raid aerei su Sanaa, la capitale dello Yemen e roccaforte dei miliziani filo-iraniani. Al momento il bilancio delle vittime è di 9 morti, ma sembra destinato a salire.
Un funzionario anonimo di Hamas ha dichiarato al notiziario filo-Hezbollah Al Mayadeen che ci sono progressi nei negoziati con Israele per un rilascio graduale degli ostaggi e il cessate il fuoco. Durante la prima fase dell'accordo, Israele libererà 34 ostaggi - principalmente donne, bambini, soldatesse, malati e anziani - in cambio di prigionieri palestinesi, tra i quali alcuni ergastolani. Inoltre, Tel Aviv accetterebbe di ritirarsi da aree densamente popolate della Striscia di Gaza e di permettere un maggiore flusso di aiuti umanitari. È anche previsto l'apertura del valico di Rafah, ma la gestione del confine con l'Egitto resta da definire.